25/09/2014 - La Camera ha chiuso la diatriba relativa all’acquisizione del velivolo F-35, approvando la mozione di maggioranza. L’intero programma, sarà esaminato nuovamente per identificare le criticità emerse durante i test del caccia di fabbricazione statunitense, ma dove l’Italia partecipa come partner al secondo livello per la costruzione e l’assemblaggio.

La decisione della Camera, riguarda principalmente la revisione del budget finanziario originariamente previsto. Con 275 voti a favore, 45 contrari e 152 astenuti, il numero dei velivoli che sarà acquistato è stato dimezzato.

La Commissione Difesa della Camera, ha analizzato il ritorno economico ed industriale, compresi i valori occupazionali e tecnologici, i quali sono di fatto implicati in questa vicenda, ma evidentemente i diecimila posti di lavoro, generati anche dall’indotto, non hanno convinto la Camera.

Nel testo di approvazione è specificato che vengano richiesti i requisiti necessari a mantenere il controllo sulla rispondenza e sicurezza del sistema d’arma, rapportato alle esigenze delle Forze Armate italiane, e ciò vuol significare che i primi esemplari saranno messi in linea solo quando la loro efficienza avrà soddisfatto tutti i criteri richiesti. Elemento ovvio e perseguito sino dagli inizi della progettazione. Pertanto è deducibile che non è mai stata in discussione la qualità del velivolo alla sua consegna ai reparti operativi, quanto il suo costo.

Intanto, però, sono stati riconfermati tutti gli impegni in materia di collaborazione e partecipazione alle missioni internazionali. Ma decidendo il dimezzamento dei caccia, che dovrebbero proteggere i militari italiani nelle operazioni all’estero, viene a mancare uno dei principi fondamentali per la garanzia all’incolumità dei soldati comandati in azioni in aree ad alto rischio.

Ciò implica che la protezione dei militari italiani sarà demandata agli alleati, e la portaerei Cavour avrà un impiego limitato.

Giovanni Caprara

(foto: Lockeed Martin)