30/07/2015 - Da una parte i blocchi dell’ultima edilizia socialista, dall’altra il vetro dei palazzi istituzionali e le bandiere blu che ci si riflettono dentro. In mezzo i tram snodati scivolano sul prato basso. “Viale dei cecchini” è così: un leggero piano inclinato che da Sarajevo porta fuori, oltre la conca di colline che l’hanno protetta e ferita.
13/07/2015 - Alla frontiera di Zupci, venendo dal Montenegro, si capisce bene: da qualunque parte si entri la Bosnia è sempre diversa ma in fondo sempre uguale. L’ossessione per il doppio alfabeto, cirillico per i Serbi e latino per gli altri, ricorda divisioni antiche. La stanchezza e l’aria ferma fanno il resto. La Bosnia sembra un film al rallentatore.
11/07/2015 - Fino al ’91 Trieste era una porta e l’autostrada che andava oltre, tirava dritta senza sigle diverse. Puntava a sud fino alle montagne di Macedonia e Montenegro, dove i Balcani degli Slavi chiudono le porte all’Albania. Chissenefrega, diranno in molti. Roba di cartelli e strade in fondo…
01/07/2015 - Maastricht sta in Olanda ed è piena di fiori. Un po’ come San Remo, con la differenza che San Remo è famosa per il Festival, Maastricht per i parametri.
Niente di strano. Da sempre le città si legano a qualcosa. Se vale dire “le olive di Gaeta”, “la pasta di Gragnano”, “il prosciutto di Parma”, allora valgono pure “i parametri di Maastricht”. Città che vai, specialità che trovi.
23/06/2015 - L’intero continente africano nel 1950 contava 200 milioni di anime. Nel 2014 la popolazione era stimata sul miliardo e 100 milioni. Considerando che tecnologia e globalizzazione hanno nel frattempo reso il mondo più piccolo, viene da sé che l’Africa e le sue criticità siano un appunto frequente nell’agenda di molte cancellerie.
20/06/2015 - “Ventimiglia sono poche. Molte di più sembrano quelle che separano gli uomini dalla loro buonafede”.
È opinione diffusa attraverso una campagna mediatica subliminale ma incessante che se in Congo piove, in Senegal c’è il mal di denti, e in Mozambico pungono le zanzare, la colpa sia dell’Occidente.
17/06/2015 - Il sistema elettorale francese, basato sul maggioritario uninominale a doppio turno, ha spesso consentito al partito socialista di sopravvivere nonostante le frequenti emorragie di consensi.
15/06/2015 - Esiste l’Iraq?
La domanda posta oggi lascia perplessi. Lasciava perplessi anche gli osservatori al termine del protettorato britannico, quando la fragile monarchia indipendente non sembrava in grado di dare continuità istituzionale a un Paese complesso, zip di demarcazione fra aree di forte contrasto.
11/06/2015 - La cosiddetta controffensiva su Ramadi delle forze armate irachene, ripropone uno scenario già visto Iraq. Isis o non Isis, che una provincia irachena sia fuori dal controllo del potere centrale, dalla caduta di Saddam in poi, non sembra una novità. In fondo, senza la morsa del regime che l’ha tenuto insieme per 25 anni, il Paese si sarebbe diviso secondo le tre anime che lo compongono: i Sunniti al centro, gli Sciiti a Sud e i Curdi a nord.
06/06/2015 - Si continua a parlare di Russia e di Ostpolitik sotto diversi profili, non di rado storditi da filtri mediatici discutibili.
Sempre più spesso nei dibattiti emerge un’idea difficile da contestare: ragionare ancora come fossimo nel ‘900 fa gli interessi di tutti tranne che dell’Europa.
01/06/2015 - Si parla molto di profughi nel Sudest asiatico. La Birmania dei militari caccia le minoranze Rohingya…
Allarme profughi reale o accuse di comodo?
Difesa Online è una piattaforma orientata al mondo della Difesa e alla geopolitica.
Entrambi i concetti sottintendono l’esistenza di comunità di uomini e identità culturali che si confrontano in equilibri dinamici.
Offriamo una riflessione, alla luce degli ultimi fatti di cronaca di Roma.
26/05/2015 - Dall’uomo di Neanderthal in poi i flussi migratori si regolano su un assioma: si associano all’idea di andare da qualche parte per trovarci qualcosa. Lo capisce anche un cretino: nessuno lascerebbe casa sua senza la prospettiva di trovarsi meglio. Pacifici o meno che siano, vale per il Mediterraneo e vale per il mondo intero.
24/05/2015 - La Libia è una mezza invenzione. Benché citata nel Vangelo (At 2,1-11), lo sapeva già Diocleziano che i pezzi erano due: Tripolitania a ovest, Cirenaica a est. Eppure ancora oggi, la terra araba fra Tunisia ed Egitto si chiama Libia. È sei volte l’Italia ma ha un decimo della sua popolazione. Nonostante sia uno dei luoghi meno abitati della Terra, continua a far parlare di sé.
22/05/2015 - I vantaggi di non avere una politica estera sono riassumibili essenzialmente in tre punti:
- Si risparmia un sacco di tempo
- Ci si può affidare alla buona stella, confidando in quella degli altri
- Si evita la fatica di criticarla
16/05/2015 - Nel mediocre film La miglior difesa è la fuga del 1984 con Eddie Murphy, gli USA erano in guerra contro un ipotetico Iraq che aveva invaso un ipotetico Kuwait. La scelta cinematografica dell’Iraq era sembrata politicamente corretta perché nella realtà di quegli anni l’Iraq era coccolato dagli USA (scandalo Irangate a parte…) nella guerra contro l’Iran di Khomeini.
15/05/2015 - L’Ucraina con la primavera fa meno notizia. La ripresa delle ostilità in grande stile non c’è stata. Va via la neve ma tutto il resto rimane.
L’aeroporto di Donetsk, ingolfato al tempo degli Europei di calcio, è una sfasciacarrozze a cielo aperto: una lingua di macerie, crateri e carcasse.
12/05/2015 - Senza sentirci in debito con La Palice, possiamo sostenere che tutto ciò che accade incide nel tessuto della comunità in cui viviamo e ne modifica più o meno lentamente gli assetti.
Che nella lista ci sia anche la “questione migranti” è ormai di dominio pubblico.
07/05/2015 - In barba al politically correct, c’è un Paese che pianifica una strategia di esistenza nel lungo termine senza troppi fronzoli. Parliamo dell’Australia, per ironia della sorte la nazione più giovane tra quelle che per costumi ed etica di riferimento, definiamo occidentali.
02/05/2015 - Strada tra Luhansk e Debaltsevo. È la parte nord del Donbass, ormai tutta filorussa. Davanti alla carcassa di un T 72, si capiscono meglio le cose. Toccando la maglia unta di un cingolo si vede che la guerra è sporca per davvero e che le steppe dell’Est non sono fredde solo per Tolstoj.