26/11/2014 - Oggi, a Palazzo Aeronautica a Roma, è stato siglato un accordo che prevede il concorso con aeromobili a pilotaggio remoto Predator dell’Aeronautica Militare ad attività istituzionali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri.

I protocolli d’intesa, frutto di una sinergia e di un processo di analisi già in atto tra comparti della pubblica amministrazione, sono stati siglati dal capo di stato maggiore dell’aeronautica militare, generale di squadra aerea Pasquale Preziosa, rispettivamente con il capo della Polizia - direttore generale della pubblica sicurezza, prefetto Alessandro Pansa, e con il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di corpo d'armata Leonardo Gallitelli.

Il velivolo Aeromobile a Pilotaggio Remoto (APR) Predator (nelle versioni A e B) del 32° Stormo dell'Aeronautica Militare, con sede ad Amendola (Fg), viene impiegato per l’effettuazione di missioni di ricerca, sia puntiforme che d’area, grazie all’impiego di avanzati sistemi di scoperta elettro-ottici ed infrarosso, diurno e notturno, radar per l’individuazione di obiettivi di superficie con capacità NRT FMV (Near Real Time e Full Motion Video).

Il Predator costituisce, di fatto, un “On Scene Eye”. Una delle caratteristiche più importanti degli APR è la persistenza, cioè la capacità di rimanere in volo per lungo tempo (oltre 20 ore) nell’area di operazione, con possibilità di essere dirottato in volo in qualsiasi momento verso nuovi obiettivi.

Il sistema Predator viene impiegato per svolgere missioni di ricognizione, sorveglianza e acquisizione obiettivi. Il velivolo ha capacità di volo a media ed alta quota, garantisce una grande autonomia di volo, permettendo di ottenere elevate prestazioni sia nella condotta di missioni di sorveglianza e ricognizione, e sia nell’ambito di operazioni di Pattugliamento, Ricerca e Soccorso.

I Predator dell’Aeronautica Militare sono in grado di assolvere un’ampia gamma di compiti dimostrando elevate doti di flessibilità, versatilità ed efficacia. È possibile, ad esempio, rilevare la presenza di minacce quali ordigni esplosivi improvvisati che rappresentano il pericolo più insidioso e diffuso nei teatri operativi odierni. Possono inoltre essere effettuate missioni in ambienti operativi ostili, in presenza di contaminazione nucleare, biologica, chimica o radiologica, oppure acquisire dati ed informazioni relativi ad obiettivi di piccole e grandi dimensioni in zone potenzialmente oggetto di operazioni.

I velivoli Predator permettono, inoltre, di contribuire in modo unico alla creazione e mantenimento della cosiddetta “Situational Awareness”, ovvero al controllo dell’evoluzione della situazione da parte delle autorità responsabili del comando delle attività. Le caratteristiche di autonomia, velocità, persistenza e raggio d’azione, unite ai bassi costi di esercizio, rendono il Sistema uno degli strumenti migliori per il controllo dei confini, il monitoraggio ambientale, il supporto alle forze di polizia e l’intervento in caso di calamità naturali.

Il Predator si è rivelato alquanto versatile ed è stato impiegato anche in attività non tipicamente militari in supporto di altre componenti sia del Dicastero Difesa sia di altri Dicasteri. Difatti, è stato impiegato per contribuire alla sicurezza interna in occasione di alcuni “grandi eventi” (ad esempio il vertice intergovernativo Russia–Italia, tenutosi a Bari nel marzo 2007 o del G8 dell’Aquila del 2009).

Fonte: Ufficio Pubblica Informazione - Roma - cap. Marco Bevilacqua