11/06/2014 - Il Mar Nero, se fosse necessario ancora ribadirlo, è territorio russo. Il ministero della Difesa infatti, ha comunicato il trasferimento di venti intercettori SU-27 presso la base Belbek, in Crimea.
Il trasferimento dei caccia sarà completato entro il 2014 con primo pattugliamento da superiorità aerea previsto entro il prossimo dicembre.
Una mossa per certi versi già annunciata e che arriva in risposta alle crescenti attività delle Nato nella Regione.
Quella che giungerà in Crimea, sarà probabilmente una delle ultime versione del caccia di casa Sukhoi, con migliorate capacità di rilevazione ed ingaggio di bersagli multipli oltre ad una manovrabilità potenziata. Parliamo di intercettori fenomenali, ma noti alle forze occidentali.
Certo, se Putin un giorno dovesse decidere di riesumare il progetto “Terminator”, per la NATO sarebbero dolori. Il Su-37, evoluzione del già sorprendente Su-35, sarebbe stato un caccia con un sistema propulsivo unico nel suo genere che gli avrebbe conferito una manovrabilità senza eguali. Solo per fare un esempio. I due motori, grazie agli ugelli mobili, avrebbero agito in modo indipendente lungo l'asse di beccheggio ed imbardata. sarebbero stati i motori, cioè la loro direzionabilità, a consentire al velivolo di manovrare senza utilizzare le superfici mobili del caccia.
Per certi versi, un'evoluzione della tecnologia sperimentale utilizzata sull'X-31 (quest'ultimo però aveva soltanto un motore).
Sebbene ufficialmente il progetto rimane scartato con la riconversione di due Su-35 portati al livello "Terminator", Mosca ha nel cassetto un caccia dalle prestazioni eccellenti. Qualora Putin decidesse di rimettere mano al progetto, migliorandolo ulteriormente con la tecnologia sviluppata con il PAK-FA, l'F-22 americano avrebbe un rivale sotto ogni punto di vista (tranne sotto il profilo stealth).
Presso la strategica base di Belbek, sono già stati schierati in passato 50 velivoli tra cui MIG-29 dell’Air Force ucraina.
Entro il 2014, la forza aeronautica russa in Crimea sarà composta da quaranta caccia intercettori ognitempo.
La flotta in Crimea, considerando i battelli e gli equipaggi che hanno sposato “l’invasione” russa, sarà composta da cinquanta navi. Scontata, infine, la presenza di due sottomarini russi d’attacco a propulsione nucleare.
Analizzando la Flotta del Mar Nero, si può affermare senza il rischio di essere smentiti, che quella schierata è una forza creata per contrastare le portaerei USA.
Sarebbe più corretto affermare che le Flotte del Mar Nero e del Mediterraneo sono le prime forze navali “carrier killer”.
Franco Iacch