20/06/2014 - È accaduto il 18 giugno, ma la notizia è trapelata solamente 24 ore dopo. Il livello di scontro in Ucraina ha ritoccato il suo limite: quattro distinti gruppi di velivoli russi, si sono avvicinati allo spazio aereo delle regioni baltiche e sono stati immediatamente intercettati dai caccia Nato.
La composizione dei gruppi incursori è sintomatica per valutare la tattica adottata dalla Russia: un bombardiere strategico Tupolev T 22, un Beriev A50 per la sorveglianza e contromisure elettroniche, un velivolo da trasporto Antonov “Curl” e quattro caccia di scorta Sukhoi SU-27.
Sembra evidente che la scelta sia rivolta ad ammonire la Nato, la quale ha recentemente schierato due B2 stealth in Gran Bretagna e nave Elettra, della MMI, nel Mar Nero.
I radar di sorveglianza dell’Alleanza Atlantica hanno rilevato le formazioni in avvicinamento allo spazio aereo dei Paesi Baltici ed i decisori hanno immediatamente predisposto il decollo su scramble dei velivoli intercettori.
Sono intervenuti i Typhoon della RAF, che hanno monitorato il volo dei russi, i quali sono rimasti sempre nello spazio aereo internazionale.
In questo momento, sono molte le unità militari appartenenti a diverse Nazioni presenti nella zona e soprattutto risultano troppo vicine tra loro. In questi casi è determinante che la catena di comando non sia mai interrotta e soprattutto non si commettano errori di valutazione sulle intenzioni dell’avversario.
Questo è uno degli scenari già analizzati da tempo: Il 7 novembre 1985, Reagan e Gorbaciov, a Ginevra, enunciarono il concetto di Guerra Nucleare Non Intenzionale, ossia l’inizio di ostilità causate da un errore tecnico od umano.
Giovanni Caprara
(foto: RAF)