20/06/2014 - Migliaia di soldati russi sono stati ammassati a ridosso dei confini ucraini, la situazione è molto tesa, con continui movimenti di uomini e mezzi pesanti. E’ quanto ha dichiarato il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen, poche ore fa, durante una visita presso la Chatham House di Londra.
Secondo Rasmussen, le forze schierate lungo il confine ucraino hanno assunto una capacità di invasione e si paventerebbe tale rischio. E’ come se la Russia, nell’ampio spettro delle alternative, avesse sempre pronta l’opzione “invasione” in Ucraina. Le accuse di Rasmussen sono soltanto le ultime in ordine di tempo. Proprio la NATO, la settimana scorsa, ha puntato il dito contro la Russia, rea di aver inviato (a loro giudizio) carri armati in Ucraina per sostenere i militanti pro-Mosca.
Il Cremlino, in un momento in cui tutte le comunicazioni sono praticamente interrotte, ha ufficialmente respinto le accuse. Ma quello di Rasmussen è stato un appello rivolto a tutti paesi europei. Se vogliamo gli Stati Uniti impegnati nella sicurezza europea – ha concluso il Segretario della NATO - dobbiamo mostrare loro un impegno serio e fare la nostra parte.
Era soltanto una questione di tempo prima che l’Europa guardasse in faccia la realtà. Il ragionamento da fare è molto semplice: cosa sarebbe la NATO senza gli Stati Uniti?
Fino a quando la capacità di sedare le crisi mondiali (ma anche quelle nel Mediterraneo), sarà demandata soltanto agli Stati Uniti?
Un ruolo che in un momento economico come quello attuale potrebbe essere se non del tutto rivisto, quantomeno fortemente ridimensionato. La crisi siriana ha dimostrato quanto gli Stati Uniti siano da soli nel momento dell’azione e quanto sia maturata ed indipendente quell’Europa in nome di quella libertà nata sotto le ali dei caccia USA ed all’ombra di una portaerei. A voler leggere tra le righe, le frasi di Rasmussen sembrerebbero voler dire: “Senza gli USA, la NATO sarebbe in balia della Russia e delle crisi in Medio Oriente”.
E non sarebbe la prima volta che gli americani chiedono al proprio Presidente di lasciare la “questione europea” agli europei.
Dati alla mano, la Russia, dal 2008, ha incrementato la spesa per la Difesa del 50%, mentre in media gli alleati della NATO hanno diminuito il budget del 20 per cento.
Secondo una stima elaborata dall’International Peace Research Institute di Stoccolma, la sola Russia nel 2013 ha investito 90 miliardi di dollari nella Difesa. I paesi della NATO, invece, hanno stanziato complessivamente 1020 miliardi di dollari nell’anno appena trascorso. Stiamo comunque parlando di ben 28 paesi a fronte di uno soltanto.
Franco Iacch
(foto: MoD Fed. russa)