22/07/2014 - Le prove raccolte, anche se nelle prossime ore gli americani potrebbero svelare altri dettagli fino ad oggi tenuti segreti, puntano il dito contro i ribelli ucraini che avrebbero utilizzato un sistema d’arma acquisito e gestito con l’aiuto russo.
Tesi condivisa anche dal ministro degli esteri britannico Philip Hammond. Tutte le prove attualmente disponibili – ha detto Hammond - indicano che il missile che ha distrutto l'MH17 è stato fornito dalla Russia.
Secondo i servizi segreti inglesi, “i separatisti hanno già dimostrato competenza con i sistemi missilistici terra-aria, abbattendo più di una dozzina di aerei nel corso degli ultimi mesi. Nel momento in cui il volo MH17 è scomparso dai radar, abbiamo rilevato un lancio di missile SAM, da una zona separatista controllata nel sud-est dell'Ucraina. Crediamo che questo fosse un missile SA-11”.
Messa alle strette, Mosca ha risposto con un grafico ed un’altra ipotesi durante una conferenza che si è svolta poche ore fa. Secondo i russi, il volo della Malaysia Airlines è stato abbattuto da un jet ucraino che si è lanciato all’inseguimento del volo di linea. Subito dopo la conferenza, però, sono sorti i primi problemi. Infatti, quel velivolo che i russi indicano come il responsabile dell’abbattimento non potrebbe volare alla stessa quota di un aereo di linea ed a malapena raggiunge la stessa velocità del Boeing spingendo al massimo i motori. E per fare ciò, non dovrebbe essere armato.
Ecco il comunicato ufficiale dell’Air Force russa. “Un jet della Forza Aerea Ucraina è stato rilevato mentre prendeva quota ponendosi a circa 3-5 chilometri dal Boeing malese. Non sappiamo il motivo per cui, un aereo militare stesse volando all’interno di un corridoio riservato all’aviazione civile. Il SU-25 può trasportare missili aria-aria R-60 in grado di colpire un bersaglio a una distanza massima di 12 km, con ottime possibilità di abbattere un bersaglio a 5 km”. Sempre secondo i russi il Boeing 777 avrebbe iniziato a perdere velocità tre minuti prima di sparire dai radar. L'aereo ha cominciato a perdere progressivamente velocità alle 17.20 ed è scomparso dagli schermi radar alle 17.23. L'aereo avrebbe regolarmente seguito il corridoio stabilito fino a Donetsk per poi virare verso nord. Secondo Mosca, l’aereo si sarebbe trovato a 14 km fuori dalla rotta. I piloti avrebbero tentato di rientrare nello spazio aereo consentito, ma sono stati abbattuti prima di completare la manovra.
Gli Stati Uniti, che poche ore fa hanno annunciato di “poter rivelare altri dettagli” avevano quasi certamente un satellite nella Regione che potrebbe avere osservato il tutto. I russi, a loro difesa, hanno mostrato un grafico della ricostruzione, ma nessuna documentazione video. Ma dopo la conferenza dei russi, sono iniziati i veri problemi.
Il punto è uno: il Sukhoi Su-25 "Frogfoot", non avrebbe potuto mettersi in scia con il volo della Malaysia Airlines per una semplice questione di tangenza dei velivoli. Il volo della Malaysia volava a 33000 piedi, mentre il Su-25 ha una tangenza massima di 23000 piedi quando non trasporta armi. Se armato il Su-25 non può spingersi oltre i 16400 piedi. I russi sono poi sembrati sbadati nel ricostruire l’ultima versione dell’incidente. Il Frogfoot non è un intercettore, ma un aereo da attacco al suolo. Il Su-25, come sottolineato dai russi, può trasportare missili aria-aria ed intercettare velivoli a 10 chilometri. Il lancio, quindi, sarebbe avvenuto a diecimila piedi di distanza tra i due velivoli, ma per raggiungere tale quota il Su-25 non avrebbe dovuto trasportare armi. Da sottolineare che la velocità massima del Su-25 equivale a quella di crociera di un Boeing 777.
Come sottolineato dal sito TheAviationist, infine, i russi nel grafico mostrato hanno fatto un po’ di confusione, disegnando un Boeing 707 al posto del 777 malese. Per mostrare il Su-25, invece è stato disegnato un aereo da guerra elettronica americana, l’EF-111.
Intanto i ribelli pro-Russia avrebbero manomesso il luogo del disastro, asportando strumentazione dal velivolo abbattuto, in spregio alla risoluzione delle Nazioni Unite che consente agli investigatori internazionali di avere accesso illimitato sul luogo dello schianto.
Un portavoce dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha confermato a Fox News che i ribelli hanno utilizzato delle motoseghe per smantellare il cono e le sezioni anteriori del Boeing 777. Frasi che supportano la teoria che il missile avrebbe colpito la parte anteriore del velivolo. Tale ipotesi richiederebbe un esame completo delle parti asportate dai ribelli. Indagini cruciali per confermare quello che molti paesi occidentali già ritengono assodato: il volo 17 è stato abbattuto dai ribelli utilizzando un SA-11, missile antiaereo fornito da Mosca.
Franco Iacch