03/12/2014 - I caccia iraniani avrebbero bombardato i militanti dello Stato islamico nell’Iraq orientale nei giorni scorsi.

E’ quanto ha affermato il Pentagono sostenendo che, nonostante le “divergenze”, entrambi i governi ritengono l’ISIS una seria minaccia.

Abbiamo indicazioni – ha detto il portavoce del Pentagono il contrammiraglio John Kirby all’Agence France-Pressesecondo cui i caccia iraniani hanno effettivamente condotto attacchi a bordo dei loro F-4 Phantom.

Queste dichiarazioni, quindi, confermerebbero le immagini diramate da Al-Jazeera. Nel filmato, si noterebbero quelli che a prima vista sembrerebbero vecchi F-4 in fase di attacco nella provincia orientale di Diyala, gli stessi utilizzati dall’Iran.

Le forze iraniane di terra sono attive in Iraq per fornire assistenza alla milizia sciita ed al governo di Baghdad, ma è la prima volta che gli Stati Uniti confermano un attacco aereo di Teheran contro l’Isis.

Sempre secondo Kirby, l’attacco è stato coordinato dal governo iracheno senza alcun sostegno da parte degli USA. Il comando tattico alleato è in Qatar. Dalla “Al Udeid Air Base” sono coordinate tutte le missioni di bombardamento “manned ed unmanned” americane, inglesi, australiane e canadesi contro l’ISIS.

Anche se non vi è alcuna comunicazione diretta tra i due paesi, gli americani potrebbero tranquillamente monitorare i voli sull'Iraq della flotta aerea meno sofisticata presente nella Regione. L’Iran ha acquisito i suoi F-4 proprio dagli Stati Uniti prima della rivoluzione del 1979 che ha rovesciato la monarchia filo-statunitense del Paese.

Anche se “uniti” contro l’ISIS, Stati Uniti ed Iran rimangono profondamente divisi sulla questione siriana (oltre alle ben note divergenza sul programma nucleare di Teheran). Proprio L’Iran continua a fornire un cruciale sostegno militare al presidente Bashar al-Assad, mentre Washington ha schierato i propri servizi segreti nel tentativo di provare a costituire una forza ribelle che possa contrastare Damasco.

E’ fuori dubbio, però, il sostegno iraniano alla causa irachena. Il governo di Baghdad, infatti, è guidato dallo stesso ramo dell'Islam (lo Sciismo) e Teheran è subito intervenuta in aiuto del governo dopo che i jihadisti sunniti hanno invaso l’Iraq occidentale e settentrionale all'inizio di quest'anno. L'Iran ha inoltre fornito aerei Sukhoi Su-25, mitragliatori da 12,7 mm progettati per penetrare veicoli blindati e lanciarazzi multipli.

Senza dimenticare, infine, il ruolo dei reparti speciali iraniani la “Quds Force” (la stessa coinvolta nel complotto per assassinare l'ambasciatore saudita negli Stati Uniti Adel al-Jubeir con un’autobomba e nei pianificati attentati presso le ambasciate saudite ed israeliane a Washington), che sotto la guida del generale Qassem Suleimani, ha portato un contrattacco in Iraq durante l'estate che ha respinto i militanti dell’ISIS dal percorso principale che porta da Samarra a Baghdad.

Suleimani, il 10 giugno scorso, sarebbe volato a Baghdad dopo la caduta di Mosul per elaborare una strategia "per proteggere Baghdad e dintorni", secondo il sito web Hezbollah Al-Manar.

Franco Iacch

(foto: Al-Jazeera)