30/01/2015 - Il governo indiano eseguirà domani il terzo lancio di prova del missile balistico intercontinentale “Agni-V”. Il Defence Research and Development Organisation, ha scelto proprio questa data per il pensionamento di Avinash Chander, capo dell’agenzia indiana responsabile dello sviluppo di tecnologie per la Difesa e padre della famiglia missilistica “Agni”.
L'Agni-V è un missile balistico su rampa mobile di 17 metri a tre stadi di cinquanta tonnellate, progettato per trasportare una testata da 1,5 tonnellate ad oltre 5000 chilometri di distanza. E' stato soprannominato dai media indiani come il "China-killer", in quanto è ritenuto in grado di colpire tutte le principali città cinesi come Pechino. In realtà, il missile sarebbe in grado di colpire tutta l’Asia e parte dell’Europa orientale. Quello che entrerà in servizio dovrebbe possedere la capacità di trasportare fino a tre testate MIRV.
L’India, quindi, può essere annoverato tra i paesi che dispongono di missili balistici intercontinentali strategici?
Al di là degli slogan, gli sforzi indiani non sembrano rappresentare una minaccia. Per i cinesi, infatti, il missile presenterebbe evidenti limiti di progettazione non ancora risolti e non rappresenta alcuna minaccia per il regime di Pechino. Gli stessi tabloid cinesi, commentando i precedenti test effettuati, hanno invitato l’India a non “sopravvalutare la propria forza”. Nonostante gli sforzi fatti per minimizzare la reale autonomia del vettore, i missili, secondo i cinesi, sarebbero stati progettati per colpire ogni parte della Cina.
Pechino sa perfettamente che dietro gli sforzi indiani, ci sono gli Stati Uniti che hanno tutto il vantaggio di avere un paese amico dotato di ICBM nella Regione. L’India, comunque, non è considerata in alcun modo una possibile minaccia, basti pensare che Pechino dispone di 240 testate nucleari montate su vettori di ultima generazione ed altri ottanta ICBM di media e lunga gittata.
Anche il Pakistan non reputa pericolosi gli sforzi missilistici indiani, considerati come dei semplici test per un sistema ancora lontano dal divenire operativo.
Per la Nato la minaccia ICBM indiana è pari a zero, mentre gli Stati Uniti incoraggiano i test inseriti nella crescente sfida strategica in atto nella Regione.
Discorso a parte merita il nuovo vettore “Agni-VI”, progetto ancora ad uno stadio embrionale. Almeno sulla carta il nuovo missile balistico intercontinentale a tre stadi dovrebbe essere alto quaranta metri, pesante settanta tonnellate ed armato con testate MARV. La sua autonomia dovrebbe essere di dodicimila chilometri.
Gli unici paesi in possesso di missili intercontinentali balistici sono Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina ed Israele.
Franco Iacch