03/03/2015 - Almeno una dozzina di piccoli gruppi dell’Isis - alcuni con legami diretti con il leader del gruppo Abu Bakr al-Baghdadi - sono ora in Libia.
Questa la situazione che emerge da un’analisi americana ed europea.
La situazione sta lentamente scappando di mano, con Stati Uniti ed alleati che non riescono più a contenere la piovra Isis in continua espansione.
Il rischio, ormai non più tanto remoto, è che la Libia possa diventare la culla del terrorismo mondiale.
Gruppi Isis sono stati segnalati a Bengasi, Derna e Sirte, mentre almeno tre campi di addestramento continuano a fornire un flusso costante di reclute.
La situazione è così grave che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha ufficialmente dichiarato che “non ci sono progressi tangibili, il paese non è sicuro, ma spetta al popolo libico prendere le redini del loro futuro. Noi possiamo aiutarli, ma la scelta deve essere del popolo libico”. Tradotto: inviare una forza terrestra è pura utopia. Questa guerra, dovrà essere combattuta dai libici e da quanti vorranno opporsi all’Isis.
In un recente rapporto dell’intelligence americana, letto dinanzi alla Commissione Forze Armate del Senato, la Libia è stata definita rifugio sicuro per ISIS e per almeno altri sei gruppi terroristici, tra cui Ansar al-Sharia, che ha sfilato con veicoli della polizia a Bengasi lo scorso mese.
Dopo la caduta del dittatore libico Muammar Gheddafi, in quella che doveva divenire la nuova Libia scoppiarono guerre civili tra le fazioni islamiste rivali.
Figura centrale è stata quella di Abdelhakim Belhadj (foto), personaggio un tempo corteggiato dall'amministrazione Obama e dal Congresso, ma che adesso guida una fazione politica che sostiene la creazione della sharia. La lezione da Belhadj è che gli Stati Uniti non possono fare affidamento a terzi per raggiungere il proprio obiettivo nella regione.
Ma per l’Isis si stanno per aprire altri retroscena. Perché se è vero che da un lato, la costituzione di gruppi islamici in Libia rispecchia uno dei più grandi fallimenti politici della primavera araba, dall’altro il Califfato incontrerà serie difficoltà nel conquistare ed unificare il nord Africa e le loro tribù, milizie governative e gruppi politici.
Franco Iacch