04/03/2015 - Il comandante supremo delle forze armate americane in Medio Oriente ha difeso la strategia di guerra dell'amministrazione Obama, dichiarando alla Camera che lo Stato islamico sarà sconfitto senza l’invio di truppe statunitensi.

Il gruppo estremista islamico – ha affermato il generale Lloyd Austin - sta già perdendo la capacità di governare e mantenere il territorio in Iraq ed Siria dopo sette mesi di attacchi aerei effettuati dagli Stati Uniti e dalla coalizione.

La coalizione militare guidata dagli Stati Uniti in Iraq ha eliminato più di 8500 estremisti dallo scorso mese di agosto, inizio dei bombardamenti aerei.

Riusciremo a sradicare l’Isis – ha aggiunto Austin – con l’approccio scelto.

Diversi mesi fa, lo Stato islamico poteva muoversi liberamente a bordo di quei lunghi convogli che sventolavano la bandiera nera. Oggi – ha precisato Austin - questo è quasi impossibile a causa dei nostri aerei che li polverizzerebbero senza pensarci due volte. Ma i veri nemici dell’Isis – ha concluso il comandante supremo delle forze armate americane in Medio Oriente - sono la capacità di governare e di tenere unito il territorio.

Il presidente Obama ha autorizzato l’invio di circa tremila soldati americani, molti dei quali schierati in Iraq per addestrare e consigliare l'esercito iracheno. Quest’ultimo ha lanciato una grande offensiva questa settimana per riprendere la città di Tikrit.

In Siria, un nuovo programma per addestrare ed equipaggiare i ribelli siriani moderati contro lo Stato islamico partirà a fine mese e potrebbe consentire un’offensiva di terra coordinata entro la fine dell'anno.

Il primo martire americano?

Secondo il quotidiano bollettino radiofonico dello Stato islamico, "Il fratello Abu Dawud al-Amriki si è lanciato con il suo camion carico di esplosivo". ‘Al-Amriki’ significa ‘proveniente dall'America’.

Nel messaggio non sono stati forniti ulteriori dettagli in merito all'identità dell’uomo, ma se fosse confermata si tratterebbe del primo martire americano.

Sugli account twitter vicini ai terroristi, sono state pubblicate le foto che ritrarrebbero Abu Dawud al-Amriki con il volto coperto da una maschera negli ultimi istanti prima di sacrificarsi alla causa del Califfato.

L'attacco sarebbe avvenuto nei pressi della città di Samarra, nella provincia di Salaheddin. Samarra è sotto il controllo del governo ed è stata la base operativa dell’attacco per riprendere Tikrit, che si trova più a nord lungo il fiume Tigri. Si stima che circa 20.000 combattenti stranieri provenienti da novanta diversi paesi, abbiano viaggiato per addestrarsi nella Regione.

Nel 2014 sarebbero stati 2500 gli europei tra le fila dell’Isis in Iraq ed in Siria, mentre nel 2013 erano 1937.

Francia e Regno Unito sono i paesi con il più alto numero di volontari partiti per combattere sotto le bandiere nere dell’Isis.

Secondo i dati del Centro Internazionale per lo Studio della radicalizzazione, i combattenti stranieri che viaggiano alla volta dell'Iraq e della Siria dall’Europa occidentale - Regno Unito (500), Germania (400) e Francia (700) in particolare – sono molto più numerosi di quelli provenienti dagli Stati Uniti (100) o dal Canada (100). Dall’inizio delle ostilità, sarebbero 180 gli americani partiti per l’Iraq e la Siria.

Quaranta di essi sarebbero già ritornati in patria.

Sempre secondo i dati del Centro Internazionale per lo Studio della radicalizzazione, gli italiani partiti per combattere tra le fila dell’Isis sarebbero cinquanta.

Snocciolando i dati, si scopre che per lo Stato islamico combattono cento cinesi, ottocento russi, duecentocinquanta australiani, tremila tunisini, trenta irlandesi, cento spagnoli, centocinquanta olandesi, cento danesi, cinquanta norvegesi, trenta finlandesi, dieci svizzeri, sessanta austriaci, trecento belgi e cento svedesi.

Franco Iacch