10/03/2015 – E’ la risposta americana alla crescente capacità militare della Marina cinese ed una protezione, in caso di conflitto con la Cina, delle portaerei degli Stati Uniti al largo della costa di Taiwan.
La Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa) sta sviluppando un Long Range Anti-Ship Missile, un missile antinave stealth in grado di affondare un vascello cinese di grandi dimensioni.
Secondo la DARPA, il sistema LRASM, conferirà enormi capacità offensive nella guerra di superficie.
Le specifiche parlano di un missile in grado di superare ambienti (A2/D2), con potenti sistemi di difesa antimissile e guerra elettronica. Il missile avrà anche la capacità di raggiungere il target in modo del tutto indipendente anche con sistema GPS disattivato.
Il Long Range Anti-Ship Missile, progettato dalla Lockheed Martin, ha completato con successo tre prove di volo.
Secondo la DARPA entrerà in servizio per il 2018.
A protezione dei "carrier killer" cinesi, il Pentagono ha siglato contratti milionari anche con la Raytheon per sviluppare un RIM-162 ESSM "Evolved SeaSparrow", sistema antimissile imbarcato. La speranza è che un'arma simile possa essere in grado di abbattere i missili DF-21D, nonostante la loro alta velocità e traiettoria alta.
La Marina Militare degli Stati Uniti ha intrapreso un piano di ricerca e sviluppo per potenziare l’intero apparato difensivo ed offensivo entro i prossimi trent’anni.
La classe “Dong Feng”
La classe “Dong Feng” o “Vento dell’Est” è formata da una serie di vettori balistici intercontinentali a medio e lungo raggio in servizio con la Forza Strategica Missilistica cinese. Il nemico numero uno delle portaerei USA si chiama DF-21D, un missile balistico anti-nave multitestata MARV ritenuto in grado di affondare una portaerei. Già nel 2009, commentando il sistema, la CIA disse che “se funzionasse sarebbe assolutamente in grado di perforare ogni difesa esistente”.
La versione missilistica D del “Dong Feng-21”, vola verso il bersaglio a mach 10. L’unico modo per eludere un attacco portato da un missile da mach 10 di cui si sconosce l’esatto punto di lancio, sarebbe attraverso l’utilizzo delle contromisure elettroniche.
Il DF-21D esiste, ma sulle sue capacità reali non abbiamo alcuna conferma. Dovrebbe avere un raggio d’azione di 2500 km e sistema di guida inerziale con radar attivo nella fase terminale. Non siamo di certo davanti alla classica retorica iraniana, con strumenti di cartone venduti per vettori ultra tecnologici: la Cina rappresenta il futuro nemico per gli USA, ma ci si chiede se abbia il know how necessario per armi del genere, considerando che non ci sono prove del suo impiego su un vettore in movimento.
Con i soldi necessari per costruire una portaerei, però, i cinesi potrebbero acquistare non meno di 1200 missili DF-21D.
L’evoluzione del DF-21D, il DF-26 aumenterebbe il raggio d’azione a 3600 km, ma della sua entrata in servizio non c’è traccia. La Cina possiede anche trenta missili balistici intercontinentali DF-31 pronti al lancio. I dieci missili DF-31 standard non sarebbero in grado di colpire il cuore degli USA, mentre i venti DF-31A, con un’autonomia di dodicimila chilometri, potrebbero colpire le infrastrutture vitali del paese. Le due versioni sarebbero pronte al lancio in meno di trenta minuti.
Il DF-31 è un missile balistico a tre stadi su rampa mobile o sub lanciato con una gittata massima stimata di ottomila km. Il missile a guida astro-inerziale è in grado di trasportare una sola testata da un megatone o tre MIRV da 150 chilotoni.
La Forza Strategica Missilistica cinese ha in servizio dieci DF-31. Il DF-31A si differenzia per la maggior gittata, circa dodicimila chilometri e per la capacità di trasportare tre testate MARV da 150 chilotoni. La capacità di attacco nucleare rappresentata dai DF-31A è di venti missili pronti al combattimento. A questa proiezione nucleare a lungo raggio, bisogna aggiungere il nuovissimo DF-41 non ancora mostrato al pubblico.
Pechino potrebbe averne costruito una dozzina su rampa mobile (e altri dodici in riserva). Il DF-41 sarebbe in grado di trasportare fino a dieci testate manovrabili a rientro multiplo indipendenti da 250 chilotoni a quattordicimila chilometri di distanza.
Franco Iacch
(foto: Lockheed Martin / archivio)