13/03/2015 - Un certo numero di unità militari irachene, addestrate dagli Stati Uniti, sono state accusate di aver commesso atrocità contro i civili, comprese decapitazioni.
Il Dipartimento di Stato ed i funzionari del governo americano hanno confermato l'indagine, la prima volta ad ABC News, giovedì scorso.
Il Pentagono è al corrente delle accuse mosse ai miliziani iracheni e ha già congelato i finanziamenti ed ogni altra forma di assistenza alle unità che si sono macchiate di questi crimini di guerra. Il Pentagono, quindi, avrebbe già identificato le unità che hanno materialmente compiuto queste atrocità, identiche a quelle perpetrate dall'Isis.
La ABC sarebbe in possesso di immagini definite “inquietanti" mentre i video circolerebbero sui social media iracheni già dalla scorsa estate. Torture, esecuzioni di massa, teste mozzate utilizzate come trofei e cadaveri trascinati dietro gli Humvee (venduti dagli americani) delle truppe chiamate dai soldati USA come “Le Sporche Brigate”.
Si mostrano orgogliosi – commentano dalla ABC – girano per strada con i cadaveri mutilati.
Gli Stati Uniti hanno investito 25 miliardi dollari nell’addestramento dell'esercito iracheno dopo l'invasione degli Stati Uniti ed il rovesciamento di Saddam Hussein nel 2003. Molte di queste forze stanno combattendo contro l’Isis per liberare le roccaforti principali come quelle di Mosul e Tikrit.
Certo è che le accuse di brutalità e torture ad opera delle forze governative irachene sciite non sono nuove. Anzi, risalgono addirittura all’inizio della guerra.
Prima e dopo il ritiro delle forze armate americane dal paese avvenute nel 2011, si svolsero proteste dei sunniti contro il governo, accusato di aver compiuto atrocità proprio nelle prigioni irachene. Questo, in seguito, ha alimentato la simpatia nei confronti di Al Qaeda nel paese che si è poi evoluta nello Stato islamico. L’Isis, infatti, ha approfittato della rabbia sunnita per fare proseliti.
Adesso, però, il governo iracheno è costretto a perseguire i crimini compiuti dai propri soldati, persa la perdita del significativo sostegno americano.
Secondo la cosiddetta Legge Leahy, introdotta nel 1997, il Pentagono ed il Dipartimento di Stato non possono fornire assistenza a qualsiasi unità militari straniera che viola i diritti umani.
Il loro comportamento deve essere irreprensibile – dicono dal Pentagono - o rischiano di essere etichettati alla stregua dell’Isis.
Ci si chiede cosa succederà un giorno, quando gli Stati Uniti ritireranno le truppe dal paese.
Franco Iacch