16/03/2015 - Dopo la battaglia Tikrit, Teheran, tramite il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha deciso di inviare propri guerriglieri contro lo Stato islamico.
Nasrallah invierà 800 uomini proveniente dalle unità scelte dell’Organizzazione per partecipare alle future battaglie contro il Califfato.
Il contingente sarà dotato di armi leggere e dispiegato in Iraq entro le prossime due settimane. Una volta raggiunta la destinazione, l'Iran inizierà a dotarli di equipaggiamento pesante.
I combattenti di Hezbollah saranno di stanza nella città settentrionale irachena di Samarra, da dove si sta pianificando l'attacco a Mosul. Gli iraniani hanno già un centro operativo a Samarra coordinato da Qassem Soleimani, comandante della delle forze speciali Quds.
Teheran sembra voler utilizzare la battaglia contro l’Isis come per dissuadere le forze statunitensi da un futuro impegno di terra per la liberazione di Mosul.
La portata dello Stato islamico, intanto, è sempre più internazionale. L'organizzazione jihadista ha accettato gli impegni di fedeltà da parte delle organizzazioni in Afghanistan, Algeria e nella penisola egiziana del Sinai. L’ultimo ad unirsi alla causa dell’Isis è il gruppo nigeriano Boko Haram.
Secondo gli ultimi rapporti, lo Stato Islamico avrebbe creato un solido avamposto a Sirte, città portuale libica ad ovest di Bengasi, sulla costa mediterranea. I terroristi controllano i principali punti di collegamento, hanno requisito le stazioni radio della città e lanciato attacchi nella zone ancora sotto controllo governativo.
Il gruppo che controlla Sirte prende ordini direttamente dal quartier generale dello Stato islamico, in Mesopotamia. Ciò dimostra un chiaro coordinamento con l'organizzazione madre - riferisce il Times - analizzando la “raffinatezza” e la sincronia della propaganda avviata.
Sirte è una città strategica per la Libia. Circa l'80% delle riserve di petrolio, si trovano proprio nel bacino di Sirte, un settore che rappresenta anche la maggior parte della produzione del Paese.
L’industria petrolifera libica sta funzionando al minimo, con le esportazioni limitate ad un paio di piattaforme offshore. Le esportazioni sono passate da 1,5 milioni di barili al giorno lo scorso agosto a 150.000 barili al giorno a febbraio.
La Libia ha la nona riserva (accertata) di petrolio sulla terra. Da sempre questo è stato motivo di ottimismo per le future ricostruzioni del paese dopo le continue dominazioni.
I petroldollari, adesso, contrappongono l’Isis ai militanti nazionalisti. Ad oggi, l’Isis controlla quattro quinti delle riserve libiche. L’avamposto di Sirte conferisce ai miliziani una base sul Mediterraneo.
Nonostante il Califfato stia perdendo posizioni in Iraq ed in misura minore in Siria, l’avamposto di Sirte garantisce entrate e risorse per l'organizzazione. Questi vantaggi si traducono nel possibile accesso alle reti criminali e commerciali della Regione.
L'avamposto di Sirte dimostra che l’Isis ha ancora iniziativa strategica, un appeal che si estende ben al di là della Mesopotamia e che il Califfato non si è indebolito nonostante le recenti battute d’arresto sul campo di battaglia.
Franco Iacch
(nella foto una parata dell'Isis a Sirte)