30/03/2015 - Lo sviluppo di macchine intelligenti potrebbe rappresentare una grave minaccia per l'umanità. E' quanto ha affermato alla BBC l'eminente fisico britannico Stephen Hawking.
“Sviluppare macchine autosufficienti potrebbe significare la fine della razza umana".
Il celebre scienziato è stato incalzato dai giornalisti che gli chiedevano lumi sul suo nuovo sistema vocale. Hawking soffre di una malattia neurologica progressiva chiamata Sclerosi laterale amiotrofica (SLA o morbo di Lou Gehrig) ed utilizza un sintetizzatore vocale per comunicare. Recentemente utilizza un nuovo sistema che sfrutta l'intelligenza artificiale.
Sviluppato in parte dalla società britannica SwiftKey, il nuovo sistema impara da Hawking, suggerendo le parole che potrebbe desiderare di utilizzare.
Secondo alcune aziende informatiche, l'intelligenza artificiale potrebbe superare (e sostituirsi) a quella umana entro il 2045. Per altri esperti, invece, questa è solo fantascienza.
Non è la prima volta che Hawking affronta i potenziali pericoli dell' intelligenza artificiale. Lo scorso aprile, Hawking scrisse un editoriale per il The Huffington Post, con i fisici Max Tegmark e Frank Wilczek del MIT e lo scienziato informatico Stuart Russell della University of California, affermando che "il più grande evento nella storia umana sarà l'AI, ma potrebbe essere anche l'ultimo”.
Addirittura, per alcuni scienziati, l'AI potrebbe essere potenzialmente più pericolosa della bomba nucleare.
Avvertimenti che però sembrano non essere presi sul serio, considerando che nell'ultima ricerca avviata (in ordine di tempo) per la creazione di un cervello artificiale sono stati investiti 40 milioni di dollari. Tra gli investitori, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e l'attore Ashton Kutcher.
“Diventare più intelligenti, significa essere più saggi, gentili e pacifici”. Questa l’analisi della Nuance Communications, società di software responsabile di un programma AI in via di sviluppo.
“Lavoriamo allo sviluppo di macchine super-intelligenti, ma ciò non accadrà nel prossimo futuro. Prima di raggiungere i livelli di autocoscienza alla ‘Skynet’, passerà tanto tempo”.
Franco Iacch
(foto: in apertura la locandina di "Terminator")