19/04/2015 – “L’F-35 sarà l’ultimo caccia con equipaggio della Marina USA”. E’ quanto è stato annunciato durante un’audizione con la sottocommissione Servizi Armati sui problemi che attanagliano l’F-35, a due mesi dall’entrata in servizio con Capacità Operativa Iniziale.

La Marina, a differenza dell'Aeronautica, ha in linea velivoli senza pilota non armati (UAV), ma il Segretario della Marina Ray Mabus, è stato chiaro: “l’F-35 farà cose grandiose, ma il futuro è Unmanned. I sistemi senza equipaggio, in particolare quelli autonomi, diverranno la normalità nei futuri teatri operativi”.

Mabus ha poi aggiunto. "Non vediamo l’ora di avere l’F-35. Il caccia sarà con noi fino al 2040/2050, ma sarà l’ultimo caccia pilotato da umani a bordo che la Marina acquisterà”.

"I velivoli senza pilota, possono agire senza i classici limiti fisici della controparte umana. Ciò significa una forza aerea che può compiere azioni e manovre più rischiose o mai tentate prima. Un’aviazione navale rapida, veloce e letale”.

Queste parole non giungono senza preavviso. La Marina, infatti, ha da poco creato un nuovo dipartimento, analogo a quello che cura tutte le missioni aeree, ma dedicato alla controparte senza pilota. Il nuovo ramo militare getterà le basi per le future missioni senza pilota.

Ad oggi, gli UAV della Marina USA hanno operato in missioni ISR (intelligence, sorveglianza e ricognizione), ma in un futuro non tanto remoto, i caccia imbarcati svolgeranno anche missioni di attacco e supporto aereo in ambienti di guerra complessi.

Simile all’F-35, il programma Unmanned Carrier-Launched Airborne Surveillance-Strike (UCLASS) della Marina, ha subito ritardi ed è cresciuto a dismisura a causa delle continue modifiche imposte.

Attualmente, Boeing, General Atomics, Lockheed Martin e Northrop Grumman stanno lavorando su quattro prototipi diversi che la Marina, un giorno, potrebbe decidere di adottare per sostituire i piloti umani.

Intanto, continuano ad arrivare cattive notizie per l’F-35. Nell’ultima audizione al Congresso, è stato confermato che l’attuale versione del caccia, quella cioè che tra due mesi equipaggerà i Marine, soffre di falsi allarmi pari all’80%. Il sistema logistico ALIS, un software implementato nel caccia che dovrebbe “controllare e suggerire” la piattaforma, presenta un tasso di falsi allarmi pari all’80%.

Il problema ALIS è solo l’ultimo dei problemi evidenziati dal direttore dei test operativi del Dipartimento della Difesa, Michael Gilmore (v.articolo). Il Pentagono prevede di intensificare la produzione F-35 da 24 caccia nel 2015 a 120 nel 2021.

Tradotto in cifre: questa spinta alla produzione, secondo il GAO, richiederà una media di 12,7 miliardi l’anno in più per 20 anni.

Franco Iacch

(foto: US Navy / Lockheed Martin)