23/06/2015 - Dotare le portaerei americane di armi nucleari, aviotrasportate dagli F-35C, come equipaggiamento standard. E’ quanto propone il Centro per gli Studi Strategici ed Internazionali, che ha ventilato l’idea di un ritorno alle armi nucleari ‘carrier-based’, in un nuovo rapporto pubblicato ieri.

Il governo americano, ad oggi, prevede la possibilità di dotare gli F-35A basati a terra di armi nucleari, intesi come “aerei a doppia capacità”, in grado di trasportare la bomba guidata termonucleare Boeing B61-12. Secondo lo studio, però, anche l'F-35C dovrebbe ricevere le armi nucleari come una "manifestazione visibile dell'impegno degli Stati Uniti nel proteggere i propri alleati”.

“I bombardieri conferiscono una capacità di copertura importante, ma ciò che veramente conta sono gli aerei con capacità nucleare schierati in profondità nel territorio dei nostri alleati”.

Il rapporto, intitolato Progetto Atom, considera le strategie nucleari alternative nell'arco temporale che va dal 2025 al 2050.

“L’ombrello nucleare degli Stati Uniti è più efficace e rassicurante quando presente in territorio alleato, invece di basarsi esclusivamente sui bombardieri nucleari a lungo raggio, missili balistici e sottomarini”.

Secondo la US Air Force, la prima bomba nucleare B61-12 sarà assemblata nel 2020. L’integrazione con l'F-35A avverrà a partire dal 2021 con stato di “doppia capacità” che, secondo le stime, si raggiungerà nel 2024, come parte della configurazione Block 4.

“Al vertice della Guerra Fredda avevamo 7.000 armi nucleari in Europa. In Asia abbiamo avuto quasi 1.000 testate nucleari schierate nella penisola coreana. Tremila testate erano nella regione Asia Pacifico. Quando i sovietici si affacciavano alle frontiere, non vedevano soltanto uomini e donne americane in divisa, ma migliaia di armi nucleari. Sapevano che un’aggressione convenzionale da parte loro avrebbe innescato una nostra reazione”.

Il Progetto Atom si conclude affermando che l'America ha bisogno di svariati ordigni nucleari: da quelli a basso rendimento alle armi nucleari tattiche fino ad arrivare alle armi di distruzione di massa.

La strategia attuale degli Stati Uniti prevede una massiccia risposta di ritorsione (Second Strike) come primo deterrente contro un attacco nucleare.

Non è ancora chiara la risposta militare dell’Europa (senza gli Stati Uniti) ad un attacco nucleare nemico.

Franco Iacch

(foto: Lockheed Martin)