25/07/2015 - Il campo di battaglia tattico del 2050 supererà tutte le aspettative dal momento che robot assassini e Super-Umani avranno un ruolo di primo piano nelle guerre del futuro. Questa la previsione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e della US Army Research Lab (ARL), in uno studio pubblicato poche ore fa dal titolo "Visualizing the Tactical Ground Battlefield in the Year 2050: Workshop Report".
"Il campo di battaglia del futuro sarà popolato da un numero inferiore di esseri umani. Quelli sul campo di battaglia, però, avranno capacità fisiche e mentali superiori: avranno una migliore percezione dell’ambiente e saranno più forti, intelligenti e potenti. Combatteranno fianco a fianco ai Killers Cacciatori Automatizzati di vario genere”.
Secondo il rapporto, il successo nella guerra del futuro sarà determinato da sette fattori: realtà aumentata, processo decisionale automatizzato, nuove armi, mira computerizzata, auto-organizzazione su larga scala, modellazione cognitiva dell'avversario, capacità di reazione in un ambiente estremo con scarse informazioni.
Nel rapporto, si elencano senza mezzi termini le truppe del futuro. Robot assassini autonomi prodotti larga scala e pochi umani. Questi ultimi, però, per reggere il confronto con le truppe automatizzate dovranno essere equipaggiati con tecnologia di ultima generazione.
Non più umani ma Super-Umani
“Dotati di esoscheletri avanzati, i Super-Umani gestiranno una serie di tecnologie che garantiranno loro un’agevole rilevamento e miglioramenti cognitivi”.
“I Super-Umani saranno delle macchine da guerra spaventose ed inarrestabili: saranno corazzati e dotati di armi laser. Considerando che la comunicazione, nello scenario del futuro, sarà fondamentale, si dovrà schermare l’esoscheletro contro ogni attacco (Emp, hacker) nemico. Uno scudo di energia (sappiamo che già esistono) potrebbe essere una soluzione anche se allo studio ci sono dei robot-cloud che avrebbero il compito di schermare l’operatore dagli attacchi informatici”.
“La stessa armatura del Super-Umano dovrà essere autorigenerante, in grado di mimetizzarsi, apprendendo dall’ambiente circostante e garantire un’ottimale fonte di alimentazioni a tutti i sistemi implementati”.
Nel rapporto, si citano quattro possibili fonti di energia: 1 - energia nucleare mobile 2 - alimentazione wireless 3 - energia rinnovabile organica 4 - capacità di attingere alle infrastrutture nemiche.
“I Super-Umani saranno dotati di ‘leeches’ (sanguisughe). Droni lanciati dall’operatore verso una fonte di energia. Giunti a destinazione, i leeches trasmetteranno l’energia all’esoscheletro dell’umano”. Appare evidente, che il primo obiettivo della guerra del 2050 saranno le fonti di energia per mantenere operativi robot e Super-Umani sul campo di battaglia.
Ma nel rapporto, gli scienziati americani si spingono oltre. Per la prima volta, dopo decenni di silenzio (imposto), si ipotizza l’utilizzo di soldati geneticamente modificati. “I Super-Umani dovranno essere diversi anche senza l’equipaggiamento che gli forniremo. Ecco perché la possibilità di modificare il loro DNA va presa in seria considerazione. I Super-Umani dovranno avere migliori capacità fisiche e cognitive del soldato dei reparti speciali”.
Si sottolinea nel rapporto "La presenza dei super soldati sul campo di battaglia del 2050 è altamente probabile, considerando che le varie componenti necessari per consentire questo sviluppo esistono e sono in fase di rapida evoluzione".
Le critiche al documento non sono mancate. Ci si chiede, infatti, cosa succederebbe se un hacker nemico dovesse riuscire ad aggirare il sistema ed a comandare le truppe automatizzate, magari indirizzandole contro gli stessi creatori. Servirebbe, poi, un nuovo processo cognitivo, magari un’architettura ibrida che possa guidare la capacità decisionale dei robot assassini.
La questione etica, affrontata più volte durante le missioni di assassinio con i droni della CIA, in questo caso è ancora di più estremizzata. Nel campo di battaglia del futuro, infatti, saranno i robot a fare il lavoro sporco, mentre gli umani diventeranno sempre di più gli arbitri per le “eliminazioni” che, alla fine, non avrebbero responsabilità.
Infine, cosa succederebbe se l’umanità non dovesse più avere il controllo sugli effetti del progresso tecnologico?
Franco Iacch