19/03/2014 - Nei nostri cuori e nelle nostre menti, la Crimea ha sempre fatto parte della Russia.
Ha esordito così il presidente Vladimir Putin in un emotivo ed appassionato discorso, durato 40 minuti circa ed interrotto parecchie volte da scroscianti applausi, dinanzi al Parlamento russo.
Non abbiamo alcuna intenzione di invadere le altre regioni dell'Ucraina – ha detto Putin - uno stato nato da una secessione illegale dall'Unione Sovietica. Quello che è avvenuto a Kiev nei mesi scorsi e che ha spinto il presidente Viktor Yanukovich a fuggire in Russia è opera dell'Occidente con l'unico fine di indebolirci. Il nuovo governo ucraino è illegittimo, guidato da radicali, nazionalisti, neonazisti, russofobi e anti- semiti.
Putin ha poi continuato ad accusare l'Occidente, reo a suo giudizio di aver ignorato gli interessi russi dopo il crollo del blocco sovietico.
I nostri partner occidentali capeggiati dagli Stati Uniti – ha affermato Putin - preferiscono non essere guidati dal diritto internazionale. Credono di guidare il destino del mondo, mettendoci da parte, ritenendo addirittura la loro lingua come universale, ma ci sono dei limiti. E nel caso dell'Ucraina, quei limiti sono stati superati dai nostri partner occidentali. Le nostre truppe sono state inviate in Crimea secondo quanto previsto da un accordo siglato con l'Ucraina e che permette alla Russia di avere fino a 25 mila soldati nella nostra base di Sebastopoli. Le sanzioni occidentali non spaventano Mosca che potrebbe avere a breve il sostegno degli alleati di sempre: Cina ed India. Proteggeremo i diritti dei tatari di Crimea – ha concluso Putin - e manterremo la loro lingua come le altre lingue ufficiali della regione, oltre al russo e all'ucraino. Noi non siamo contrari alla cooperazione con la NATO, ma ci opponiamo a un'alleanza militare. Quelli della NATO sono dei bravi ragazzi: possono venire a trovarci a Sebastopoli.
Dopo il discorso, Putin ed i rappresentanti della Crimea hanno firmato il trattato per ratificare l'annessione della regione alla Russia. Il trattato dovrà essere approvato dalla Corte Costituzionale della Russia e ratificato da entrambi i rami del parlamento, ma la procedura potrebbe essere completata entro la fine della settimana. Putin, una volta controfirmato il documento, ha ripetuto per sommi capi lo stesso discorso dinanzi ai 120 mila russi che hanno raggiunto la Piazza Rossa.
Le reazioni occidentali
La Casa Bianca e l'Unione Europea hanno già annunciato sanzioni contro i leader separatisti in Crimea, modellando le misure restrittive sulle persone che hanno determinato l'attuale contesto in Ucraina. Bruxelles ha commissionato sanzioni per 21 persone (13 russi e 8 ucraini di Crimea) “poiché ritenute responsabili di azioni che hanno minato l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina”. Ad oggi, Canada, Francia e Regno Unito hanno sospeso la cooperazione militare con Mosca.
La Casa Bianca ha escluso categoricamente un intervento militare. La nota ufficiale arriva dopo le richieste del governo di Kiev avanzate poche ore fa per un sostegno militare.
Mosca intanto, nelle prossime ore potrebbe annettere fino a 20 navi della marina ucraina che potrebbero entrare a far parte della Flotta del Mar Nero. La Marina ucraina comprende circa 40 navi, 20 delle quali sono attualmente attraccate presso le basi navali in Crimea di Sebastopoli e presso il lago di Donyzlav. Secondo la Ria Novosti, le navi ucraine che potrebbero essere prese in consegna dalla Russia includono due corvette, una nave comando, diverse motocannoniere missilistiche, dragamine e l'unico sottomarino ucraino, il Zaporizhia, battello diesel-elettrico classe “Foxtrot”.
Franco Iacch