11/04/2014 - Le portaerei così come tutti i più grandi battelli della US Navy, in un futuro non troppo lontano, potrebbero avere la capacità di “creare” di tutto grazie alle stampanti 3-D: dai pezzi di ricambio ai droni da combattimento.

E’ quanto hanno dichiarato i funzionari della Marina americana a Fox News.

I progressi ottenuti nella produzione combinata di alcuni additivi, comunemente nota come stampa 3-D, avvengono così rapidamente da sorprendere la stessa Marina Usa che adesso cerca di installare a bordo delle proprie navi i dispositivi.

I problemi sono sostanzialmente due. Il primo è dato dalle polveri utilizzate dalla “stampante”: alluminio e titanio, altamente infiammabili. Il secondo è capire come possa funzionare il tutto in totale sicurezza in un ambiente dinamico come potrebbe essere il mare in tempesta.

Tuttavia – dicono dalla Marina - è solo una questione di tempo prima che queste stampanti raggiungano il mare. E non si limiteranno a stampare il semplice bullone.

I progressi nel campo della produzione 3-D, quantomeno nel campo militare, sono ad un livello fino a pochi anni fa nemmeno immaginabile e comunque poco pubblicizzati.

Basti pensare che una società con sede in California, prevede di “stampare un fegato umano vivente” entro la fine dell'anno.

Le implicazioni potrebbero essere illimitate. Un soldato ferito in battaglia non dovrà più essere trasferito presso un ospedale a terra, ma sarà sufficiente stampare l’organo e sostituirlo con quello danneggiato direttamente a bordo.

Progressi anche nel campo della cartilagine artificiale, “stampabile” con il medesimo sistema.

L'esercito americano, e questa è una conferma, sta già utilizzando le stampanti 3-D in combattimento.

In Afghanistan, per esempio, le stampanti 3-D producono già i pezzi di ricambio necessari per i mezzi che altrimenti resterebbero fermi in attesa delle parti oltreoceano. Ma la stampa 3-D si applicherà anche nel campo dei droni, con componenti principali già stampabili.

La Marina Usa, nelle intenzioni, vorrebbe delle navi in grado di produrre centinaia di migliaia di droni per poi lanciarli in battaglia. La produzione di massa di questi piccoli oggetti, piegherebbe qualsiasi esercito convenzionale che non potrebbe porre alcuna resistenza contro gli sciami, considerando il numero degli obiettivi che dovrebbe abbattere.

Tra qualche decennio, la Marina Usa potrebbe immettere una nuova classe (ci si chiede se concettualmente non esista già) in grado di produrre un proprio esercito in qualsiasi parte del mondo e premendo un semplice bottone.

Franco Iacch

(foto: archivio US Navy)