14/04/2014 - Un caccia russo è entrato nello spazio aereo del cacciatorpediniere USS Donald Cook che in quel momento si trovava in acque internazionali, assumendo una traiettoria d’attacco a bassa quota. L’episodio è avvenuto sabato scorso, ma il Pentagono ha diramato la notizia soltanto poche ore fa.
Un caccia russo Su-24 ‘Fencer’ in un volo a bassa quota, ha ‘sfiorato’ la Cook, che si trovava nel Mar Nero occidentale, nei pressi della Romania. Il caccia si sarebbe tenuto a circa mille metri della nave ad un'altitudine di 500 metri. Il Su-24 non ha sorvolato la nave.
Nonostante le ripetute chiamate e le segnalazioni luminose, il velivolo non ha risposto agli avvertimenti del cacciatorpediniere. Non è stato sparato alcun colpo. Il Su-24 sembrava apparentemente disarmato. In zona era presente anche un altro caccia russo, ma quest’ultimo non si è avvicinato alla Cook. L'episodio si è concluso senza incidenti.
La nostra nave non è mai stata in pericolo – hanno poi aggiunto dal Pentagono - soprattutto quando contro di essa ci sono due aerei apparentemente disarmati. Il Donald Cook è in grado di difendersi anche contro due Su-24 armati.
Al di là delle rassicurazioni del Pentagono, Washington è sembrata turbata dall'incontro, per una strategia chiaramente provocatoria ed incompatibile con i protocolli internazionali e gli accordi precedenti in materia di interazione professionale tra i militari. Questi voli provocatori erano all’ordine del giorno durante la guerra fredda ed erano effettuati con una certa regolarità da entrambi i blocchi per saggiare la prontezza operativa delle forze messe in campo.
Il Donald Cook è arrivato nel Mar Nero giovedì scorso, a seguito della crisi in Crimea. La nave stava conducendo un pattugliamento di routine al momento dell'incidente ed è ora in porto in Romania.
Voli più che altro provocatori dicevamo, secondo una precisa strategia dello Stato Maggiore russo. La scelta di inviare due bombardieri tattici disarmati, conferma il puro fine provocatorio. Se il caccia russo in rotta d’attacco fosse stato armato, il cacciatorpediniere classe Arleigh A. Burke, progettato attorno al sistema missilistico Aegis, avrebbe anche potuto aprire il fuoco (Il Pentagono non ha confermato ne smentito di aver “illuminato” il caccia). Seconda guerra mondiale, crisi di Cuba fino ai giorni nostri: la tecnica della provocazione è sempre stata utilizzata nella storia. Questo pericoloso gioco, a volte, ha preteso un prezzo in vite umane non indifferente (in aria come sott’acqua), mascherando il tutto poi come incidenti. Mosca forse ignora che se il sistema Aegis del Cook che navigava in acque internazionali, avesse operato in modalità automatica, il caccia sarebbe stato abbattuto non appena il radar lo avesse identificato come “non amico”.
Franco Iacch