06/05/2014 - Il Congresso degli Stati Uniti vuole conoscere nei minimi dettagli il nuovo progetto ormai definito "Iron Man", una sorta di super corazza in via di sviluppo esclusivamente per il Comando Operazioni Speciali USA.
Il sito del SOCOM, acronimo per United States Special Operations Command o "Comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti" ha recentemente lanciato un nuovo sito per promuovere il soldato d'élite del futuro, un commando equipaggiato in modo del tutto simile ai personaggi dei blockbuster hollywoodiani come nella serie Iron Man della Marvel.
Nonostante gli sforzi di marketing da parte del SOCOM, i componenti della House Armed Services Committee vogliono conoscere tutti i dettagli prima di finanziare il progetto. La Commissione teme che il progetto TALOS si trasformi in un buco finanziario che darebbe un colpo mortale al già ridimensionato bilancio della Difesa USA (ancora scossa dai 500 milioni di dollari bruciati per il progetto Land Warrior, cancellato dopo dieci anni di sviluppo).
Secondo il SOCOM, il progetto TALOS necessità di un finanziamento di 80 milioni dollari per i prossimi quattro anni.
Cosa è TALOS?
Il “Tactical Assault Luce Operator Suit” è stato reso noto per la prima volta nell'ottobre dello scorso anno. La nuova è destinata soltanto agli operatori ‘Tier 1’.
Secondo il sito ufficiale dell'US Army, il Comando Operazioni Speciali delle forze armate USA sta collaborando con le industrie americane della Difesa, tra cui ingegneri del MIT, per sviluppare uno speciale esoscheletro antiproiettile che ricoprirà tutto il corpo dei soldati, conferendogli anche una "forza sovrumana e una maggiore protezione balistica".
L'esoscheletro sarà probabilmente rivestito da un liquido antiproiettile, già sviluppato dai ricercatori del MIT. Il liquido contenuto all’interno si indurisce in un millesimo di secondo nel momento in cui è attraversato da un campo magnetico o da un impulso elettrico.
TALOS (nelle intenzioni) migliorerà le prestazioni degli operatori delle forze speciali, fornendo loro un esoscheletro alimentato a batteria in grado di trasportare attrezzature pesanti. L’armatura è in grado di reagire istantaneamente agli stimoli ambientali, monitorando i segni vitali fisiologici dell'operatore come la temperatura corporea e la frequenza cardiaca.
L'armatura incorporerà un vero e proprio computer di bordo (gps, internet, sistemi di comunicazione criptata) oltre a visori notturni/infrarossi. TALOS sarà anche in grado anche di curare le ferite subite in combattimento, rilasciando una particolare schiuma antiemorragica sulla parte colpita dal proiettile nemico (una tecnica del genere, presa dal mondo naturale, è usata anche in aeronautica con un possibile impiego sui caccia di quinta/sesta generazione).
TALOS infine, fornirà completo supporto vitale all’operatore. L’armatura sarà climatizzata e dotata di un respiratore autonomo.
Per TALOS c’è molto entusiasmo.
Il comandante delle Comando Operazioni Speciali, l’ammiraglio William McRaven, riferendosi a TALOS ha affermato che “con questa corazza, i nostri Seal sarebbero invincibili sul campo di battaglia”.
Il pensiero va ad una delle ultime operazioni condotte dai reparti speciali in Somalia. Un commando formato da Navy Seal, in una missione volta alla cattura del leader di Al-Shabaab, sospettato di essere il mandante degli attentati nelle ambasciate statunitensi in Africa orientale, è stato costretto ad interrompere la missione a causa del pesantissimo fuoco nemico. Se i Seal avessero indossato TALOS, la missione si sarebbe conclusa senza problemi. Anche i servizi segreti esaltano TALOS, rivolgendo il pensiero proprio alle forze speciali. Diverrebbero invincibili in combattimento, hanno aggiunto alcuni funzionari della Difesa che seguono da vicino l’evoluzione di TALOS. E’ stato ribadito però, che soltanto i Tier 1 (Seal/Delta Force) riceveranno l’armatura.
Nonostante la recente pubblicità, la ricerca nel campo delle strutture esoscheletriche è in corso da più di un decennio. Lockheed Martin per esempio, ha recentemente testato il suo esoscheletro ‘Hulc’ in Afghanistan.
Ovviamente ci sono anche delle critiche al progetto.
Il problema è sostanzialmente uno. Se l’operatore equipaggiato con TALOS dovesse morire sul campo, si concederebbe al nemico una tecnologia impressionante. Quindi TALOS dovrebbe possedere anche un sistema di autodistruzione. Significherebbe cioè, polverizzare sia l’armatura con tutte le tecnologie implementate, sia il corpo del soldato. Le famiglie degli uomini dei reparti speciali, già all’oscuro sulle missioni ad alto rischio dei propri figli, mariti e fidanzati, potrebbero tollerarlo?
Il primo modello avanzato di TALOS sarà impiegato in un test sul campo nel 2018 (anche se non ufficialmente, potrebbe già essere testato nei prossimi mesi).
L'acronimo TALOS – aggiungono dal MIT - è stato scelto deliberatamente. TALOS, nella mitologia greca, era il nome del gigante di bronzo posto a protezione di Creta. Come tutti i miti però, anche TALOS ha un punto debole. L’armatura infatti, ad oggi necessita di troppe batterie per essere pienamente funzionante. Non abbiamo ancora – concludono in pieno stile americano dall’università – la fonte di alimentazione di Iron Man.
Franco Iacch
(foto: 1a prototipo Darpa, 2a3a e 5a "HULC" della Lockeed Martin, 4a dracma graca raffigurante Talos)