Publio Flavio Vegezio
Ed.BUR
pagg.372

L'autore, Vegezio, fu un alto funzionario imperiale della corte di Teodosio il Grande. Scrisse quest'opera, articolata in quattro libri, nel IV secolo dopo Cristo. Il periodo in cui vive Vegezio è di profonda crisi della potenza militare romana, un periodo in cui gli eserciti imperiali passavano di sconfitta in sconfitta sotto l'urto delle popolazioni barbariche.

Il "manuale" vuole fornire al lettore, l'imperatore e i suoi generali in particolare, gli schemi tattici e strategici che hanno dato lustro per secoli alla macchina bellica di Roma.

L'arte della guerra romana dovrebbe essere un testo fondamentale per la formazione di ogni militare moderno. I principi e le dinamiche descritte mostrano come tante tattiche o strategie fossero già in uso millenni addietro.

Il celebre "al nemico che fugge ponti d'oro" che oggi viene interpretato a tutela degli sconfitti , quasi come un precetto cavalleresco od umanitario, non era tale al tempo dei romani. Già prima della battaglia - spiega l'autore - bisogna decidere quale sarà la via di fuga del nemico, non per magnanimità, ma per meglio massacrarlo una volta sconfitto ed in rotta: un gruppo di soldati stretto in una gola senza scampo venderà cara la pelle, mentre la prospettiva di scampare alla morte farà perdere l'inquadramento, la volontà di combattere e le armi. Le truppe mandate all'inseguimento troveranno uomini sconfitti e soprattutto di spalle...

Andrea Cucco