16/02/2014 - L’amarezza di avere perso due ragazzi della Folgore in teatro afghano, insieme ad altri 51 colleghi morti per assolvere al loro dovere, ma anche la soddisfazione di avere lasciato ad un Paese la possibilità di avviarsi da solo verso il futuro.

Il colonnello Franco Merlino del 183° Reggimento paracadutisti “Nembo” se ne va dall’Afghanistan con questi ricordi e queste sensazioni, lasciando al colonnello Nicola Piccolo del 152° Reggimento fanteria “Sassari” il comando della Transition Support Unit-center.

Un compito difficile, quello dell’Unità di transizione. “Abbiamo dovuto lavorare, e il mio successore continuerà a farlo, per passare la responsabilità del controllo del territorio alle forze afghane. Le abbiamo rese in grado di gestire in prima persona operazioni complesse, in vista del disimpegno italiano previsto per la fine del 2014”.

I numeri che il comandante sviscera sono significativi e trasmettono il senso del lavoro compiuto. “In cinque mesi e mezzo il lavoro di circa 800 uomini è servito a dare sicurezza all’area, a preparare 15 convogli che dalle Fob appena chiuse hanno trasportato i beni che dovevano rientrare a Herat. E’ stato fondamentale anche per il supporto al Prt (Provincial Reconstruction Team), grazie al quale sono stati realizzati 30 progetti in favore della popolazione civile nell’area Ovest di nostra competenza. Tali progetti hanno comportato, per quanto riguarda il lavoro della nostra unità, la consegna di kit sanitari e medicinali, l’assistenza per i corsi tenuti dai medici ai civili per insegnare loro come utilizzare il materiale ed una serie di altre operazioni necessarie per consentire l’edificazione di scuole e biblioteche. Un’attività frenetica, intensa, che è andata avanti dall’alba a notte fonda”.

Proprio ieri, invece, si era svolta la cerimonia di alternanza al comando della Task force “Genio” tra il colonnello Bruno Pisciotta e il tenente colonnello Stefano Messina. Uno dei compiti più importanti che il genio dovrà affrontare è la gestione della sicurezza  in vista delle elezioni del prossimo aprile. “Stiamo già monitorando i luoghi che ospiteranno i seggi, le strade di accesso e di uscita. La minaccia IED è sempre in agguato, in questo momento più che mai. Il nostro compito sarà dare sicurezza a tutti coloro che con buona volontà e correndo rischi stanno lavorando per le elezioni e ai cittadini afghani che con il loro voto intendono cambiare il volto del Paese”, è la dichiarazione del tenente colonnello Messina, consapevole di avere una responsabilità che, in un momento così delicato, pesa ancora più del solito.

Daniela Lombardi