19/02/2014 - “L’Afghanistan è diventato un Paese più autonomo, un luogo in cui è ora possibile che la stabilità diventi duratura”.

E’ ottimista, in merito al futuro dell’Afghanistan, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, Capo di Stato Maggiore della Difesa, presente ad Herat per la cerimonia che ha sancito il passaggio di testimone tra il generale di brigata Michele Pellegrino e il parigrado Manlio Scopigno e a seguito della quale, dunque, la brigata “Sassari” ha assunto la guida del Regional Command West in Afghanistan, sostituendo la brigata “Aosta” che rientra in Italia dopo sei mesi di missione.

Il generale Pellegrino è stato lodato dal capo di Stato Maggiore della Difesa per come sono state condotte le operazioni al fianco delle forze di sicurezza afghane. “Per dare un minimo di stabilità a questa terra abbiamo collaborato in modo intenso con le forze locali, che hanno sempre mostrato la volontà e la caparbietà di opporsi a chi mina la tranquillità della loro terra. Agli amici afghani assicuriamo che continueremo a dare tutto il nostro supporto e la nostra assistenza e che, quindi, non li abbandoneremo mai”, ha aggiunto l’ammiraglio.

Il riferimento all’entrata, dopo il 2014, in una fase non più operativa, ma di semplice affiancamento, ha portato l’ammiraglio Binelli Mantelli a ricordare la necessità di non vanificare l’opera condotta con tanto dispiego di energie e sacrificio di vite umane. Così si è espresso il Capo di Stato Maggiore della Difesa in merito ai 53 ragazzi italiani caduti fino ad oggi mentre impegnavano anima e corpo nella missione Isaf. “Sono loro che hanno consentito a questo Paese di crescere e andare avanti. Tanti hanno perso la vita o hanno subito gravi ferite per una causa nobile. Il loro sacrificio non è stato vano e sono certo che la nuova fase che comincia per l’Afghanistan lo dimostrerà”.

E lo dimostra già, in buona parte, l’opera portata a termine dal Prt, il Provincial reconstruction team che, in nove anni di attività – il gruppo ha iniziato a lavorare nel 2006 – ha contribuito non poco a modificare il volto del Paese. “Scuole, strutture sanitarie, condotte idriche e fognarie. Tante sono le opere realizzate a favore della popolazione civile”, ha ricordato Binelli Mantelli. Il gruppo provinciale che si occupa della ricostruzione chiuderà il 31 marzo, primo segno della fase di rientro delle Forze Armate italiane dalla zona Ovest di loro competenza.

Alla brigata entrante l’ammiraglio ha ricordato il delicato compito che adesso aspetta il contingente italiano ad Herat. “Dopo la riduzione delle forze italiane di oltre 1000 uomini e la consegna agli afghani di cinque basi operative avanzate, quali Qala-ye-Naw, Farah, Bala Boluk, Camp Stone e Shindand, da Camp Arena ad Herat inizierà la delicata operazione logistica del rientro di mezzi e materiali in Italia. Sono certo che anche questa fase verrà gestita con la massima professionalità e capacità”.

Una nuova sfida, dunque, per il contingente impegnato nell’International Security Assistance Force.

Daniela Lombardi