24/07/2015 - Sir Alexander Fleming, colui che scoprì la penicillina, nacque a Lochfield, in Scozia, il 6 agosto 1881.
La vita da ragazzo lo vede vivere la vita di campagna, ma da subito dà prova di grandi doti di osservazione. Si fermava ad osservare qualunque cosa e cercava di carpirne i segreti. Era appassionato di sport e di tiro.
Coi fratelli inventava giochi istruttivi in cui si vinceva sempre un premio. E lui vinceva sempre...
Ventenne, si arruola come volontario nel Reggimento dei London Scottish, compagnia H, per combattere nella guerra del Transvaal scoppiata nel 1900. Il London Scottish era un reggimento formato da soli scozzesi. Il numero dei volontari era molto elevato così Fleming non partì per l'Africa.
Era un bravo tiratore e partecipava sempre alle esercitazioni con ottimi risultati. Nel 1914 lasciò il Reggimento ma poco dopo, con lo scoppio della 1^ Guerra Mondiale, servì nel grado di tenente e poi capitano nel Royal Army Medical Corps lavorando negli ospedali da campo e usando le sue conoscenze per migliorare le prime cure ai feriti sul fronte prima di spostarli nelle retrovie.
Per la sua abilità nel tiro fu scelto per entrare a lavorare nel laboratorio di inoculazione e così conobbe Almroth Wright, che divenne il suo maestro. Lo stesso Almroth Wright allo scoppio della guerra fu nominato colonnello. Partì per la Francia per creare un laboratorio e centro di ricerche s Boulogne-sur-mer. Fleming lavorava da anni ormai nel laboratorio e Wright lo portò con se assieme ad altri suoi collaboratori.
Chi lo conobbe in quei tempi lo descrisse come un "ufficialetto pallido, che non diceva una parola di troppo, ma faceva tranquillamente e perfettamente il suo lavoro".
Nel laboratorio ci si occupava di vaccinazioni, Wright infatti spingeva affinché tutto l'Esercito venisse vaccinato contro il Tifo. Il laboratorio si trovava affianco all'Ospedale militare e Fleming e gli altri avevano giornalmente a che fare con feriti da arma da fuoco o ferite da esplosioni e le conseguenti infezioni. Setticemia, tetano e cancrena erano all'ordine del giorno e facevano tante vittime quante le armi del nemico.
Fleming si rese conto che le ferite di guerra erano molto più pericolose del normale in quanto i proiettili causavano la morte di buona parte del tessuto colpito ed il tessuto necrotizzato, non asportato immediatamente, impediva ai fagociti, difese naturali, di giungere fino ai microbi. Occorreva fare in modo che le ferite venissero ripulite immediatamente dai tessuti morti affinchè le difese naturali del corpo umano potessero giungere ai microbi ed eliminarli.
Effettuò così un certo numero di esperimenti per capire cosa accadeva in una ferita profonda quando si impiegavano antisettici e altri medicinali e si rese conto che questi quasi non avevano effetto e, anzi, in certi casi erano controproducenti.
Wright e Fleming iniziarono così la loro lotta contro l'uso degli antisettici e contro la cattiva pratica di spostare i feriti nelle retrovie senza ripulire le ferite. Lotta che portò Wright a farsi molti nemici negli alti vertici della medicina militare.
A Wimereoux nel 1918 venne allestito un ospedale in cui ci si doveva occupare delle fratture del femore con lacerazioni profonde e Fleming fu nominato capo del laboratorio. Fleming e i suoi collaboratori continuarono a migliorare le cure per le ferite profonde e migliorarono anche le tecniche di trasfusione salvando la vita di tantissimi feriti colpiti dalla cancrena da gas.
Fleming affrontò due guerre ed in entrambe mise la sua esperienza a disposizione del mondo. Non era certo il tipo che si tirava indietro di fronte a nuove sfide o che seguiva pedissequamente la strada tracciata da altri.
A lui dobbiamo la scoperta delle proprietà del Lisozima e della penicillina che tante vite hanno salvato e salvano ancora. Fleming fu uno dei pochi uomini che in vita raccolse gli onori che gli erano dovuti.
Passò i suoi ultimi anni a fare conferenze (senza mai abbandonare però la ricerca), raccogliere benemerenze ma, soprattutto, ad essere osannato dalla popolazione che lo vedeva come il loro salvatore, ognuno infatti aveva un figlio, un parente od un amico salvato dalla penicillina.
Ecco in poche parole il Fleming militare che forse non tutti conoscono.
Alessandro Rugolo