05/03/2014 - Con una comunicazione ufficiale, il portavoce del Cremlino Peskov ha sancito il termine dell’esercitazione svoltasi nella Russia Occidentale, di fatto strettamente connessa con la crisi in Ucraina. Sono stati coinvolti 150 mila soldati, 210 velivoli, 800 carri armati ed 80 unità navali.
Non correlato agli accadimenti ucraini, dovrebbe essere il test di un missile balistico intercontinentale RS-12M Topol, avvenuto nel poligono di Kapustin Iar nella zona del Mar Caspio, comunicato dall'agenzia Ria-Novosti.
Un’altra significativa esercitazione russa si è tenuta nella metà del 2013 e prefigurava un allarme simulato per un attacco alle coste ed ai territori orientali della Federazione. Coinvolti tutti i principali organi del sistema militare russo: dal Distretto Militare Orientale al Comando delle Forze Strategiche, tutti coordinati dal Comando Strategico Interforze. La finalità era testare i tempi di reazione e la strategia di difesa.
L’area scelta per l’addestramento andava dall'area di Khabarovsk al Mare di Okhotsk, fino alla penisola della Kamcatka, questo potrebbe celare l’intenzione di dimostrare l’efficienza del comparto militare ai paesi dell’Asia Orientale, in particolare alla Cina e Giappone, le quali restano per la Federazione Russa concorrenti regionali, nonostante i buoni rapporti a livello politico.
In un contesto economico, dove l’export cinese ha assunto una netta posizione di rilievo nei mercati, Mosca ha una competizione a livello dell’industria per la Difesa, infatti la Cina sembra avere il proposito di superare la Russia in ragione di vendita di sistemi d’arma.
L’espansione della Federazione Russa nel comparto degli armamenti, è attivo soprattutto nel campo aeronautico e della cantieristica navale.
E’ in fase di sviluppo il caccia di quinta generazione T-50 della Sukhoj, in partnership con l’India, un aviogetto che ha la dualità tra l’attacco e la superiorità aerea, dove l’aerodinamica e le innovative soluzioni per diminuire la firma del motore agevolano la riduzione significativa dell’RCS, la radar cross section, dell’impronta ottica e quella ad infrarossi. È un caccia multiruolo ognitempo con caratteristiche stealth ed ha preso il volo per la prima volta il 29 gennaio 2010 dalla base di Komsomolsk-on-Amur, nella zona orientale della Federazione Russa. È capace di raggiungere mach 2, con una velocità di salita pari a 360 m/s ed una autonomia di oltre 4000 km. L’avanzamento procede a rilento, a causa di una serie di noie in fase progettuale e sperimentale. Nell’agosto del 2013 il T-50, durante il decollo dall’aerodromo di Zukovskij, ha registrato un problema al motore destro, costringendo gli ingegneri ad apportare modifiche non solo al propulsore, ma anche alla struttura. La soluzione a questa anomalia è stata identificata nella necessità di aumentare i velivoli per i test ed intensificare i collaudi in volo. Sembra che i risultati siano soddisfacenti, ma la conclusione delle prove è slittato al 2015 e la messa in linea non prima del 2020.
Anche la Cina ha in fase di sviluppo un velivolo di quinta generazione con caratteristiche stealth. La consegna ai reparti volo è prevista per il 2020.
Il caccia J-20 ha già effettuato diverse prove e sembra essere stato progettato per missioni in profondità con pesanti carichi bellici e missili cruise. È visivamente simile al T-50 e prestazionalmente sembra paragonabile all’F-22 statunitense, e dunque si pone come diretto antagonista ai due velivoli.
Ma è nella cantieristica navale dove la Federazione Russa sembra aver maggiore dinamicità. E’ in atto un programma di sviluppo e ritiro di unità oramai datate. Il quotidiano inglese Daily Telegraph ha nostalgicamente definito come “la fine di un’epoca” la decisione russa di dismettere i sommergibili Typhoon. E’ classificato come un incrociatore lanciamissili sottomarino per compiti strategici, tale definizione ne palesa la deterrenza. È armato con 20 missili, ognuno dei quali può trasportare 10 testate singole da 100 chilotoni con una accuratezza al bersaglio di 500 metri, sono integrati da un sistema di puntamento tale da poter ingaggiare 12 bersagli contemporaneamente. Quando furono varati, la NATO lo classificò come un mezzo temibile, sino a mitizzarne la minaccia, ma solo fino a quando non evidenziò il suo difetto principale: la rumorosità. A causa delle sue dimensioni, il SOSUS, l’insieme delle postazioni subacquee di ascolto posizionate tra la Groenlandia ed il Regno Unito, un’area denominata GIUK gap, fu in grado di rilevarlo facilmente, riuscendo a registrarne la firma acustica. La sua fama di pericolosità venne intaccata, ma non il fascino che lo aveva contraddistinto. All’ultimo ancora in servizio è assegnata la zona di pattugliamento compresa dal Mare di Barents a quello di Okhotsk.
La progressiva riduzione di questi enormi battelli nucleari è inquadrata in un ampia riduzione dei costi, nei nuovi equilibri mondiali e da un ambizioso progetto di ammodernamento delle unità navali. La finalità del Cremlino è stata riassunta dal comandante in capo della Marina Militare, il quale ha indicato nelle classi Borej e Yansen, la base per affermare la deterrenza nucleare russa come garanzia per la stabilità strategica del mondo.
Nel gennaio del 2012, a Severodvinsk è stata presentata l’unità capoclasse Borej del progetto 995, battezzata Yuri Dolgoruki ed il suo gemello Vladimir Monomakh, ma i cantieri navali di Sevmash hanno già in programma una versione avanzata: il 995A. La differenza sostanziale è nella dotazione dei sistemi d’arma, infatti potranno trasportare 20 missili Bulava-30 con testate multiple indipendenti, il cui acronimo è MIRV. Alla Marina Militare ne saranno consegnati, entro il 2020, otto esemplari, i quali saranno affiancati ai sommergibili strategici classe Kalmar e Delfin ed ai nuovi Yansen, progetto 885. Lo Yuri Dolgoruki è già operativo dal Dicembre del 2012, è un SLBM lungo 170 metri con un dislocamento pari a 24.000 tonnellate e trasporta 16 missili Bulava, la versione navale del Topol, con 10 MIRV, dalla portata pari a 9000 km. Il 995, dispone di una capacità antinave assicurata dagli SS-N-15 a breve raggio con testata nucleare tattica, può raggiungere i 25 nodi e navigare ad una profondità di 480 metri. L’equipaggio è composto da 130 marinai. Dunque, la classe 995 è più piccola e con meno sistemi d’arma del Typhoon, ma senza dubbio ha un deterrente offensivo rilevante, soprattutto perché lo scafo esterno è composto da acciaio amagnetico ed è ricoperto da un rivestimento fono-assorbente che ha aumentato una caratteristica imprescindibile per una unità sommersa: la silenziosità.
Il Dolgoruki, dal costo di circa 23 miliardi di rubli, è stato dotato di una innovativa capsula di salvataggio, in grado di ospitare i marinai qualora si necessiti l’abbandono del battello. È probabile che tale apparato di sicurezza serva ad evitare il ripetersi di tragedie come quella del Kursk.
Il varo dei nuovi battelli, è in conformità con il trattato per la non proliferazione degli armamenti nucleari New Start, siglato dai Presidenti della Russia e Stati Uniti. L’accordo è imperniato sulla limitazione a 1.550 testate ed un massimo di 700 vettori. L’avvenimento è stato commentato come di portata storica, non solo per le soppressioni delle armi di distruzione di massa, quanto per il prosieguo dei colloqui di pace e cooperazione tra le due superpotenze. L’analisi del contenuto assicurerebbe un perfetto equilibrio a favore della sicurezza e salvaguardia della comunità mondiale.
Il nuovo corso della Marina Russa, prevede anche la rimozione di emblemi ed identificativi ottici delle unità, lo scopo è quello di evitare che possano essere facilmente identificate dal nemico. Nei programmi di sviluppo, è compreso un battello per il pattugliamento idroacustico e di illuminazione dei teatri, con il compito di scoperta e coordinamento delle altre unità impegnate nell’area dell’operazione. Gli apparati sonar e radar, gli consentiranno di individuare navi o sommergibili alla distanza di 600 km, definendo con assoluta precisione l’obiettivo a 100 km dalla sua posizione. È plausibile supporre che in caso di conflitto, il battello potrebbe diventare il target principale da terminare.
Il progetto 885 Yasen, è una classe di sommergibili nucleari d’attacco, SSN, destinata a sostituire gli Akula ed Oscar. Iniziò nel 1993, ma venne interrotto per 10 anni a causa della mancanza di stanziamenti per lo sviluppo militare, di fatto il capoclasse battezzato Severodvinsk, ha ultimato i test in mare solo nel 2011, dopo l’approvazione delle spese per la difesa ed i necessari ammodernamenti degli apparati di bordo. In particolare le implementazioni si sono concentrate sull’antenna sferica dell’innovativo sistema idroacustico Irtyš-Amfora che è stata alloggiata nella prua. La scelta tecnica, ha però costretto i progettisti a rivedere la disposizione dei tubi lanciasiluri, i quali sono stati sistemati nella parte centrale del sommergibile. L’885, è in grado di imbarcare 24 missili, dagli antinave Oniks, ai razzi-siluri Kalibr, ai missili da crociera Granat, lanciabili da 8 silos verticali, e ciò lo qualifica come un sistema d’arma multiruolo. La Marina Russa, ha infatti come obiettivo strategico di allargare le zone di pattugliamento, e dovrebbe affidare questo compito ai nuovi lanciamissili, posizionandoli dal 2014 nell’area del Polo Sud, con l’intento di equilibrare la deterrenza nucleare nell’Antartico. È già in fase di attuazione il dispiegamento di unità nel Pacifico e nel Mediterraneo, quanto nel Corno d’Africa e nel Golfo di Aden, dove è stata posizionata la Vice-Admiral Kulakov, una nave configurata per l’ASW.
Nel potenziamento della flotta sottomarina sono compresi anche i battelli convenzionali: il progetto 677 Lada, è partito nel 1997 ma ha subito un fermo lungo 13 anni, tant'è che nel 2010 è stato consegnato il primo esemplare, il B-585 Saint Petersburg, ma è ancora in fase sperimentale a causa di alcuni difetti, i quali sembrano coinvolgere sia la potenza anaerobica, il sistema che consente di aumentare il periodo di stazionamento sott'acqua, quanto il complesso idro-acustico. L’innovazione è nell’apparato di propulsione, questi è definito come motore a circuito chiuso ed è il naturale sostituto dei diesel-elettrici. Il propulsore non usa l’aria per alimentarsi bensì celle ad idrogeno, detto Air indipended propulsion, simile a quello degli U-212 tedeschi. In sostanza, i sommergibili convenzionali adottano un motore elettrico alimentato da batterie che devono essere ricaricate da un propulsore diesel accoppiato ad un alternatore. Il diesel necessita di aria pertanto i sommergibili sono costretti ad emergere per aspirarla e tale manovra li rende estremamente vulnerabili, oppure ad estendere oltre la superficie un albero retrattile chiamato snorkel, anch'esso facilmente rilevabile da unità avversarie. L’Aip, è basato su celle che utilizzano ossigeno liquido ed idrogeno immagazzinato in una polvere di idruri metallici ed è racchiuso in un contenitore isolato e sospeso in tal modo da rendere la trasmissione delle vibrazioni e dei rumori praticamente nulli, in quanto non ci sono organi in movimento. L’applicazione di questo apparato è già in fase avanzata e le prove in mare ne hanno decretato la validità, infatti sembra che permetta un’autonomia praticamente illimitata, inoltre è estremamente silenzioso a differenza dei battelli nucleari, dove le pompe dell’impianto di raffreddamento del propulsore sono sempre in funzione. Il nuovo impianto Aip, dunque riducendo la segnatura acustica ed aumentando l’autonomia dei sommergibili convenzionali, ne migliorerà le capacità di combattimento. È presumibile che se le innovazioni tecniche saranno paragonabili a quelle dei tedeschi, i battelli Aip russi costringeranno le Nazioni aderenti alla NATO, a dover valutare un nuovo assetto strategico per il dispiegamento dei lanciamissili, ma soprattutto li coinvolgerebbe ad una più attenta analisi per le missioni che prevedono l’avvicinamento alle coste avversarie, dove la superiorità degli Aip varrebbe la scoperta dell’intruso. Al contrario i nuovi battelli a celle di idrogeno non sono utilizzabili nelle blue water dove gli SSBN o gli SSN confermano la loro validità. L’impiego operativo degli Aip, infatti, potrebbe essere in particolare nel Mar Nero e nel Baltico, fino al Mar Glaciale Artico ed al Pacifico.
Questi innovativi sommergibili, la cui pericolosità sembra scontata, sono già oggetto di interesse da alcuni committenti stranieri e tra questi la Cina, la quale non riesce a rendere operativi i suoi Yuan, infatti pare che siano talmente rumorosi da essere facilmente identificabili dagli avversari.
L’amplificazione delle zone presidiate e le novità nel settore tecnologico, sono la nuova deterrenza della Flotta Russa, con il preciso intento di equilibrare quella statunitense, ed anche a favore dell’esportazione, i cui introiti saranno fondamentali per le dinamiche economiche dell’intero sistema della Federazione Russa.
Giovanni Caprara