30/05/2014 - Se il leader di Boko Haram è un pazzo (e su questo ci sono pochi dubbi), come sarebbe stato in grado di pianificare il rapimento di 276 studentesse cristiane e come potrebbe riuscire a gestire un gruppo di quasi duemila persone al seguito considerando i propri guerriglieri?
Ma siamo davvero sicuri che dietro Boko Haram, non si nasconda qualcun altro?
Esiste un vecchio motto, utilizzato anche nei film che recita testualmente: “Il cervello crede, quello che l’occhio vede”. Quello che tutto il mondo ha visto (e quindi crede) è che Abubakar Shekau sia il leader incontrastato di un gruppo di estremisti islamici che odia l’Occidente con tutto il repertorio classico del personaggio in mimetica. Ma l’intera vicenda non può essere stata orchestrata da un semplice pazzo. Non parliamo di una classica irruzione dentro un edificio, con terroristi che prendono ostaggi e chiedono un riscatto.
L’episodio nigeriano denota lucidità, pianificazione, strategia. Il fatto stesso di utilizzare una delle foreste più pericolose del mondo come rifugio, la dice lunga sulla premeditazione. I Boko Haram non sembrano agire come i West Side Boys o le truppe somale di Aidid. I West Side Boys si ritrovarono ad affrontare gli inglesi strafatti di alcol e droga nei loro villaggi praticamente all’aperto, mentre le truppe di Aidid erano un chiaro esempio di “folla armata”.
I Boko Haram, giorno dopo giorno, sembrano agire in modo diverso. Il modus operandi, la tecnica del mordi e fuggi, la scelta degli obiettivi e la capacità di sparire tra gli alberi ed i serpenti della foresta di Sambisa, denotano una coordinazione ed una pianificazione che non può di certo esser frutto di una mente deviata come quella di Shekau.
Verosimilmente, il leader di Boko Haram è un burattino, sapientemente utilizzato per confondere ed illudere. E’ vero, in internet girano alcuni video che ritraggono i guerriglieri nigeriani mentre appiccano il fuoco a vecchi jet (ormai inutilizzabili) del governo, festeggiando ed esultando quasi come stessero banchettando sul corpo di un drago morto.
Ma se anche questa scena facesse parte del piano?
Se questa teoria fosse confermata, allora l’Occidente deve iniziare a tenere gli occhi aperti. Perché se Shekau fosse soltanto l’attore scelto per far paura (?) all’Occidente, chi si nasconde in cabina di regia?
Il mondo deve ancora conoscere il vero nemico?
Le informazioni sono scarse, nonostante giorno dopo giorno sappiamo di basi dei servizi segreti Occidentali praticamente in tutta l’Africa o di programmi terminati perché ormai fuori controllo (come in Libia). Sappiamo che Boko Haram gestisce con i gruppi di Al Qaeda nel Magreb Islamico (AQIM) e di Al Shabab in Somalia alcuni campi di addestramento. Shekau è si vicino ad Al Qaeda, ma non sarebbe affiliato ufficialmente all’organizzazione terroristica.
Secondo l’ultima teoria sui Boko Haram, i fondamentalisti avrebbero rapito le studentesse nigeriane per dimostrare al mondo di esistere e per attirare risorse economiche da investire nelle loro attività criminali. Shekau starebbe girando un immenso quanto cruento “promo” del suo gruppo per ottenere proseliti e fondi dai signori della guerra sparsi per il mondo. Ma se davvero fosse così, allora le coincidenze diverrebbero indizi, in quanto non sarebbe il primo caso isolato in Africa.
Al Qaeda nel Magreb islamico, lo scorso anno, compì un attacco contro un impianto a gas in Algeria. L’azione riportò in auge il leader del gruppo Mokhtar Belmokhar, noto anche con il soprannome di Mr Malboro. Quest’ultimo, però, a differenza di Shekau (di cui ignoriamo praticamente tutto, ma non è certamente un genio del male) si è fatto le ossa con i mujaheddin ed ha una formazione prettamente militare. Abbiamo però la stessa operazione eclatante, con figure totalmente diverse. Abbiamo la medesima capacità di scuotere il mondo. Questo il filo conduttore delle operazioni fin qui compiute.
Ma lavoriamo ancora di brainstorming. Escludiamo le figure principali, prendendo come riferimento soltanto le azioni dei terroristi. Eliminando contesto e nemico, il fine è il medesimo: farsi conoscere dal mondo, nella speranza di attrarre proseliti e fondi da investire.
Chi si nasconde dietro i Boko Haram?
Franco Iacch