07/09/2014 - Si è tenuto in questi giorni, presso lo Staff College “Fouad Chehab” delle Lebanese Armed Forces (LAF), un seminario organizzato da United Nations Development Programme (UNDP) in collaborazione con UNIFIL e la neonata sezione CIMIC delle LAF, sulle “Relazioni Civili – Militari e Cooperazione Civile - Militare in Libano (CMR – CIMIC)”.
L’evento, fortemente sostenuto dal generale Portolano, Head of Mission e Force Commander di UNIFIL, si inquadra nell’ambito delle iniziative intraprese dai caschi blu in in supporto e assistenza alle LAF, per lo sviluppo di un’autonoma capacità nel settore della Military Community Outreach e della Cooperazione Civile – Militare. Il seminario rappresenta un ulteriore passo in avanti nella cooperazione strategica tra UNIFIL e LAF, la cui importanza è stata rimarcata dal generale Portolano nel corso dei recenti incontri che ha avuto con le più alte cariche istituzionali libanesi, il primo ministro Tammam Salam e il presidente del parlamento, Nabih Berri.
Dalla fine della guerra civile nel 1990, il Libano ha continuato ad essere testimone di una serie di crisi nazionali destabilizzatrici, caratterizzate da conflitti locali associati ad un crescente disagio sociale per il deterioramento delle condizioni economiche e l’assenza di lavoro. La successiva firma dell’Accordo di Ta’if, nei primi anni novanta, ha consegnato alle LAF il compito di supportare le forze di sicurezza interna nel mantenimento dell’ordine pubblico. Tale responsabilità ha portato le LAF a relazionarsi direttamente con le comunità locali. Oggigiorno, la crisi siriana ed il conseguente grande flusso di rifugiati, ha convinto i vertici delle Forze Armate Libanesi della necessità di dotarsi di un bacino di personale adeguatamente formato nel campo delle relazioni e della cooperazione civile – militare, in grado di gestire in maniera coordinata e integrata con le altre componenti militari, organizzazioni governative e non, il delicato e pressante problema dei rifugiati siriani.
UNIFIL, nel cui settore di responsabilità risiedono, secondo i dati forniti da United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR), oltre 54.000 rifugiati siriani, ha partecipato all’iniziativa con esperti peacekeepers italiani, ufficiali provenienti dal 28º reggimento “Pavia” di Pesaro e dal Multinational CIMIC Group di Motta di Livenza, che hanno fornito i propri contributi professionali e illustrato le attività svolte nell’area di operazione di UNIFIL nel campo della Military Community Outreach e del CIMIC.
La Military Community Outreach Unit (MCOU) è lo strumento principale di comunicazione diretta alle autorità locali e alla popolazione di temi e messaggi funzionali al conseguimento del mandato contenuto nella risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite; al contempo, fornisce accurati feedback sulla percezione che le comunità locali hanno dei caschi blu. Invece, il CIMIC si occupa della finalizzazione dei Quick Impact Project (QIP), progetti a breve e medio termine a favore delle fasce più bisognose della popolazione, riguardanti due macro aree principali, ovvero la fornitura di beni e servizi di prima necessità (energia elettrica, acqua potabile, sanitizzazione, salute) e infrastrutturali. Grazie ai fondi resi disponibili dal 2007 ad oggi dalle 38 nazioni contributrici, UNIFIL sta contribuendo efficacemente ad una ripresa, seppur lenta, dell’economia di questa zona del sud del Libano, e alla creazione di aspettative anche per le classi meno abbienti della popolazione. La creazione di un ambiente sociale favorevole rappresenta la chiave di volta per stabilizzazione definitiva di quest’area del Libano che, grazie all’operato dei Caschi Blu, si mantiene calma nonostante le forti tensioni che stanno interessando il Medio Oriente.
Fonte: Unifil MPIO, magg. Farese