20/05/2014 - Parlare di sindrome di Down, in un Paese come il Kosovo in cui il disagio mentale e la malattia fisica costituiscono ancora uno stigma per chi ne è afflitto, non è un’impresa semplice.

I primi a cercare di nascondere l’esistenza di eventuali problemi di questo tipo sono i familiari dei ragazzi diversamente abili, che spesso li abbandonano e lasciano al mondo del volontariato la responsabilità di occuparsi di loro, oppure li tengono in casa per paura del giudizio della società.

Sono tante, nei Balcani, le Ong costrette a battersi ogni giorno per costruire una nuova mentalità.

Per avere maggiore forza e poter organizzare un momento di riflessione con famiglie e insegnanti, alcune di queste organizzazioni - il “Centro per una Vita Indipendente” della città di Vitomirica e il centro “One to One” di Pec, hanno chiesto aiuto al Cimic del contingente italiano della Kfor.

E’ stato così possibile tenere in Kosovo, per la prima volta nella storia del Paese, un convegno nazionale sulla sindrome di Down, che si è tenuto presso la sala consiliare della municipalità di Pec.

All’evento hanno partecipato il presidente della “fondazione Sindrome di Down” Sandro Morassut e Sergio Silvestre, presidente di “Coordown”.

Quest’ultima è un’organizzazione che coordina 78 associazioni e noti pedagogisti italiani i quali, nel corso del convegno, hanno potuto rispondere alle domande delle le famiglie sulla disabilità.

Ad avviare i lavori è stato il colonnello Antonio Sgobba, comandante del contingente militare italiano di stanza a Pec. “I bambini Down hanno la stessa possibilità di tutti gli altri di essere felici e le future mamme devono essere consapevoli di questo ed esserne, a loro volta, felici”, è il bellissimo messaggio trasmesso grazie ad un video che sta facendo il giro del mondo e che è stato realizzato proprio da “Coordown” per rispondere ai dubbi di ogni futura mamma che venga a sapere di aspettare un bambino portatore della sindrome.

Daniela Lombardi