09/09/2014 - Nella vicenda dei due marò la discutibile decisione del governo Monti di rimandare in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è stata seguita dal silenzio assordante del governo Letta rotto solo da flebili affermazioni della Bonino sulla “Non provata innocenza” dei due militari ed un improvviso risveglio a gennaio dal letargo delle commissioni Difesa ed Esteri che per bocca dei loro presidenti invocavano improvvisamente l’internazionalizzazione del caso.
Di sorpresa uno squarcio di luce. Renzi appena nominato premier telefona ai due marò e dichiara alla Nazione l’interesse prioritario del suo governo di riportare a casa i due ragazzi.
Contemporaneamente la ministro della Difesa Pinotti e quella degli Esteri Mogherini dichiarano ripetutamente la decisione di avviare l’internazionalizzazione del caso e l’avvio di un arbitrato internazionale tanto osteggiato da Monti e da de Mistura.
Il tutto sembrava avviarsi nella giusta direzione, quando all’improvviso una precisazione delle responsabili di Difesa ed Esteri. Sì l’internazionalizzazione ma continuiamo con i contatti diplomatici bilaterali per rendere più rapida la soluzione, intendimento confermato dallo stesso premier dopo la famosa telefonata ferragostana con Modi.
Il tempo passa e Latorre viene colpito dal serio danno fisico e la Mogherini informa che la malattia ha cambiato i parametri del problema per cui si procederà ad un’accelerazione del processo di internazionalizzazione e dell’arbitrato pur mantenendo i contatti bilaterali. Parole che si aggiungono alle tante dette al vento fino ad ora, nel massimo rispetto del vecchio detto che la “politica è l’oppio dei popoli”.
Ieri la ministro degli Esteri indiano precisa che Delhi non ha mai pensato di decidere al posto dei giudici indiani.
Oggi, l’ambasciatore Terzi, ex ministro degli Esteri uscito dal governo Monti per non essere complice di chi nel governo Monti aveva preso l’inconsueta decisione di riconsegnare i due marò alla giustizia indiana, in un’intervista rilasciata al “Il Sole 24Ore” (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-09/maro-ex-ministro-terzi-critica-renzi-intermediazione-croce-rossa-latorre-sarebbe-gia-italia--130440.shtml) ripropone l’esatto contenuto della posizione indiana.
Terzi sottolinea che il ministro degli esteri indiano «ha detto testualmente che con l'Italia non è in corso alcun dialogo, e che il processo ai militari deve continuare». Parole chiare secondo l’ambasciatore «che uccide in maniera clamorosa sei mesi di altalena di Renzi», che «ha sempre parlato di un cambio di passo nei rapporti con l'India», convinto di «riportare in Italia i due marò senza passare da un processo» "indiano", considerato «illegittimo e inaccettabile».
Peraltro, il malaugurato malanno di Latorre e la conseguente richiesta italiana di concedere al militare un congruo periodo di riabilitazione in Italia, renderà l’India più esigente e come ci dice l’ex ministro degli Esteri, «tra le garanzie che ora verranno chieste all'Italia per il rientro di Latorre ci sarà una forma di riconoscimento della giurisdizione indiana, e questo sarebbe davvero la chiusura finale atroce quanto la folle decisione di rimandare in India i due marò nel marzo 2013”.
Terzi ci informa, ancora, che a luglio il presidente della Cri internazionale di Ginevra, Peter Maurer, con una circostanziata lettera al governo italiano si offriva come intermediario. Sembra che il governo non abbia mai risposto coinvolgendo la CRI e forse se lo avesse fatto dice Terzi « Latorre sarebbe già in Italia da parecchi giorni”.
Giunti a questo punto siamo di fronte ad uno scenario confuso in cui tutte le assicurazioni fino ad ora date con disinvoltura, cominciano ad evidenziare alcune lacune sostanziali. Fra le tante la principale, quella di aver avviato rapporti bilaterali per risolvere la vicenda tra governi, aggirando il pronunciamento dei tribunali indiani.
Strategia confermata anche dalla ministro degli Esteri Mogherini, recentemente nominata Alto rappresentante Ue, che il 2 settembre ci fa sapere da Bruxelles (Adnkronos), ''Stiamo usando queste ore per preparare l''internazionalizzazione della gestione della vicenda, che è pronta, ma anche per riaprire canali di dialogo con il nuovo governo indiano''.
Ma le “ciance hanno le gambe corte” come confermano le parole del ministro degli Esteri indiano Sushma Swaraj che a New Delhi ha rilasciato dichiarazioni che non lasciano spazio ad interpretazioni e smentiscono quanto detto anche dallo stesso premier Renzi da ferragosto in poi.
Ma non basta, perché oggi un’altra dichiarazione della Mogherini rilancia il bilaterale, forse perché non tempestivamente informata da un ritardato flusso informativo da parte dell’ambasciata italiana a Delhi.
Lady Pesc infatti con un’odierna ANSA ribadisce “resta aperta l'opzione bilaterale” ed ancora “la via bilaterale continua a essere praticabile e "le due strade non si escludono". Ed aggiunge la ministro forse ormai già impegnata nei problemi europei, "E' dovere di questo governo esplorare l'interlocuzione con il nuovo esecutivo del premier Narendra Modi”, l’esatto contrario di quanto ha detto in conferenza stampa la ministro degli Esteri indiano Sushma Swaraj.
Continuando così la nuova Lady Pesc ci farà rimpiangere la baronessa Asthon abile nel non dire e soprattutto nel non fare ed i nostri marò, almeno Girone, dovranno attendere pazienti le decisioni della giustizia indiana.
Fernando Termentini