28/03/2014 - Notizia di prima mattina, la Corte Suprema indiana ha accolto il ricorso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone contro la decisione di affidare le indagini alla NIA, il processo è stato sospeso e la prossima udienza si terrà tra quattro settimane.
Sicuramente un segnale positivo dopo limprovvisa accelerazione del governo Renzi che, accompagnato dalla determinazione di alcuni parlamentari, ha iniziato da subito ad esercitare pressioni internazionali, dopo mesi di completa accondiscendenza italiana nei confronti dell'India.
Un esecutivo presieduto dal senatore Monti che aveva deciso di delegare all'India ogni diritto nei confronti dei due militari anche a fronte di assicurazioni indiane irrilevanti come ben sancito dalla Suprema Corte italiana in tema di pena di morte.
Un esitante approccio del governo Letta quando il vice ministro agli affari esteri parlava di regole di ingaggio condivise con lIndia. Lo stesso che oggi, invece, scopre improvvisamente che il governo lavora per internazionalizzare la crisi e per il tramite di un'Agenzia Italpress ci dice che "la questione dei marò gli italiani la conoscono bene: e' una ferita aperta. Il governo ha ribadito di non riconoscere la giurisdizione indiana su questo caso: a fianco di questa scelta, vi e' la cornice di fondo su cui il governo ha lavorato in questi mesi, cioè Internazionalizzare la crisi". Probabilmente il suo è un riferirsi temporale all'attuale governo ed alle iniziative parlamentari in corso piuttosto che alla silente gestione dell'ex ministro Bonino che per quanto dato da ricordare non aveva dimostrato la volontà di internazionalizzare il caso, piuttosto impegnata a prepararsi ad aprire i dossier relativi al caso.
Un'inversione di tendenza quella del vice ministro degli esteri che lascia ben sperare e che si auspica sia condivisa dal "machiavellico" dott. de Mistura che in questi mesi dovrebbe aver imparato che il suo approccio di rispetto molto prossimo alla sudditanza verso l'India non avrebbe portato a nulla ed avrebbe danneggiato invece i nostri marò.
Siamo di fronte ad una decretazione importante in quanto si è riusciti a bloccare che la NIA depositasse i casi di accusa e quindi si procedesse contro i due fucilieri di Marina con il rischio che fosse applicata la Sua Act.
Un anno è trascorso da quando i due marò sono stati rinviati in India e riconsegnati indebitamente alla giustizia indiana. Il 22 marzo 2013 i due militari furono restituiti all'India ufficialmente per onorare un impegno sottoscritto dall'ambasciatore italiano a Delhi ma di fatto, come si è potuto evincere da successive dichiarazione di quei giorni del senatore Monti rilasciate in parlamento, per difendere interessi economici non meglio definiti. Da quel momento ad oggi nulla di importante era avvenuto.
Con la decretazione odierna si potrebbe aprire una nuova fase se l'attuale esecutivo e tutti i parlamentari che hanno dimostrato interesse al caso, continueranno ad essere determinati nell'esercitare una costante e progressiva pressione internazionale affinché ai due fucilieri sia riconosciuta l'immunità funzionale e sia riconsegnato all'Italia il diritto di esercitare l'azione giudiziaria, anche per quanto sentenziato il 18 gennaio 2013 dalla Corte Suprema di Delhi sulla distanza della Enrica Lexie dalle coste indiane il 15 febbraio 2012.
Fernando Termentini