25/07/2014 - La Grande Guerra è unanimemente riconosciuta come guerra terrestre e di trincea, ciò nonostante la Regia Marina si distinse in modo valoroso ed eroico svolgendo un ruolo decisivo sugli esiti della stessa.
Con l’impresa di Premuda, condotta all’alba del 10 giugno 1918 dal comandante Rizzo con i MAS 15 e 21, l’Italia definì la propria superiorità in Adriatico nei confronti dell’Austria-Ungheria e di fatto sancì la sconfitta degli Imperi Centrali. L’attività della Regia Marina non fu però limitata alle sole azioni navali.
Oltre al fattivo impiego dell’aviazione marittima (cfr. Cronistoria documentata della guerra marittima italo-austriaca 1915-1918. L’aviazione marittima durante la guerra, USMM), ingente fu il concorso che la Marina prestò nelle operazioni dell’Esercito sui fronti terrestri e in particolar modo sul Piave e nella difesa di Venezia. In tali operazioni vogliamo ricordare la stretta collaborazione fra Marina ed Esercito sul Lago di Garda. All’inizio del conflitto esisteva un Comando Flottiglia del Garda con il compito di dirigere il servizio di crociera e di perlustrazione.
Successivamente furono sistemate batterie di cannoni, tra cui alcuni grossi calibri (in particolare un pezzo da 305/46 a Campagnola e uno da 305/40 a Limone), sezioni di mitragliatrici, stazioni telegrafiche, semaforiche e di esplorazione. Nel 1917 fu rinforzato il servizio di crociera con i MAS 12, 17, 20 e 203, e nel 1918 fu istituito il Comando dei Servizi della Regia Marina sul Lago di Garda al comando del capitano di fregata (poi di vascello) Pietro Lodolo, che riunì sotto un’unica direzione tutta l’attività lacustre, non ultimo anche un servizio di ascolto sottomarino. Le azioni di maggior rilievo furono tre.
La prima, la notte fra il 4 e 5 maggio 1918, fu condotta con tutti e quattro i M.A.S. e consentì a un manipolo di arditi del XXIX Corpo d’Armata di raggiungere postazioni nemiche a sud di Torbole. Con la seconda, agli inizi di luglio, furono fatti sbarcare quattro informatori boemi della 1a Armata in località compresa fra Torbole e Riva; l’azione fu condotta da due M.A.S.e da un piccolo motoscafo elettrico all’uopo predisposto.
La terza avvenne il 3 novembre 1918, quando con un’azione congiunta, utilizzando i MAS 12 e 203 con a bordo due plotoni di marinai venne occupato il porto di Riva di Trento. “Grato per il concorso generoso ed efficace […] sono lieto di esprimere un vivissimo elogio al Comandante capitano di vascello Lodolo ed al personale tutto […] affrettando così la liberazione del tratto di sponda non mai austriaco del nostro Garda”, così si espresse il comandante della 7a Armata, tenente generale Giulio Tassoni, all’indomani dell’occupazione di Riva di Trento nei confronti del Comando Servizi, rendendo il giusto merito all’opera dei nostri marinai in grigio verde. (È possibile approfondire l’argomento consultando l’articolo di Giuliano Manzari, “Marinai in grigio verde. La cooperazione della Marina alle operazioni dell’Esercito sul fronte terrestre”, pubblicato nel numero di settembre 2008 del Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare).
Fonte: Marina Militare