21/08/2014 - Fra le molteplici e lungimiranti iniziative che il vice ammiraglio Paolo Thaon di Revel (capo di stato maggiore della Marina dal primo aprile 1913) intraprese per preparare la Regia Marina all’imminente entrata in guerra, ci fu quella di concentrare la flotta a Taranto e riunirla sotto un unico comando.

La base di Taranto fu scelta, in relazione alla neutralità italiana, per evitare eventuali suscettibilità sia da parte dell’Intesa sia da parte degli Imperi Centrali. Taranto, infatti, non era centrale rispetto al Mediterraneo e al Tirreno ed era sufficientemente distante dall’Adriatico.

Proprio cent’anni fa, il 26 agosto 1914, l’ammiraglio Luigi Amedeo di Savoia Aosta, duca degli Abruzzi, assunse il comando dell’Armata navale costituitasi dallo scioglimento delle due preesistenti squadre navali.

La Flotta da guerra della Marina si configurò inizialmente su cinque divisioni a cui erano aggregati un gruppo di navi affondamine e un gruppo di navi onerarie.

Luigi Amedeo di Savoia imbarcherà inizialmente sulla corazzata a torri Regina Margherita per poi issare la propria insegna di comando sulla più moderna corazzata monocalibra Conte di Cavour, a fine aprile 1915.

L’Armata navale venne successivamente riorganizzata, e alla vigilia del conflitto costituirà uno strumento moderno e temibile con 14 navi da battaglia (di cui 5 moderne corazzate monocalibro), 8 incrociatori corazzati, 6 esploratori, 35 cacciatorpediniere, 18 sommergibili e una cinquantina di navi ausiliarie (cfr. Ezio Ferrante, La Grande Guerra in Adriatico – nel LXX anniversario della Vittoria, Ufficio Storico della Marina Militare, Roma, 1987, p. 18).

Fonte: Marina Militare