Martedì - A Tripoli, a fronte del diniego alla richiesta di resa, consegnata alla guarnigione turca il giorno precedente e a seguito delle continue pressioni governative dietro sollecitazione del ministero degli Affari Esteri perché si arrivasse al “fatto compiuto”, l’ammiraglio Faravelli dà avvio alle 15.45 al bombardamento dei due forti posti a guardia del porto, Hamidieh (sottoposto al fuoco delle corazzate Re Umberto, Sardegna e Sicilia) e Sultanieh (su azione degli incrociatori corazzati Garibaldi e Ferruccio), e quelli del faro e del molo del porto (investiti dal fuoco della corazzata Brin).

Pur in presenza di mare mosso l’azione è precisa e il bombardamento dura fino al tramonto. Il bombardamento riprenderà nella mattinata successiva che avrà termine nel pomeriggio quando i turchi abbandoneranno le postazioni. Al termine, per evitare possibili rappresaglie agli europei, verrà costituita una grossa forza da sbarco che porterà nel giorno 5 una componente di 1732 marinai inquadrati in due reggimenti i quali provvederanno al completamento dell’occupazione dei forti ed estenderanno la difesa terrestre per 8 km. dal porto.

A Tobruk, al mattino giungono le navi della 1a Squadra al comando del viceammiraglio Augusto Aubry (corazzate Vittorio Emanuele, Napoli, Roma, incrociatori corazzati Pisa e Amalfi, ariete torpediniere Agordat e cacciatorpediniere Lampo) che danno fondo a levante dell’imboccatura della rada. E’ inviato a terra il comandante dell’Agordat, capitano di fregata Carlo Albamonte Siciliano, per chiedere la resa della città. Sia il comandante della guarnigione turca sia il capo della tribù Abidat prendono tempo per la risposta. Il giorno successivo, avendo ricevuto risposta all’intimazione di resa, l’ammiraglio Aubry fa entrare in rada le unità della 1a Squadra, ordina al Vittorio Emanuele e all’Agordat di aprire il fuoco contro le fortificazioni e ai 400 marinai delle compagnie da sbarco al comando del capitano di fregata Angelo Frank (comandante in 2a del Napoli) di prendere terra. Queste, dopo breve fuoco di fucileria, si impadroniscono della città e subito dopo viene dato inizio allo sbarco della fanteria. Il giorno 5, con il sopraggiungere di un battaglione del 48° Fanteria e un plotone del Genio destinati a completare l’occupazione della località (trasportati da Napoli con il piroscafo Favignana), la metà della forza da sbarco rientra a bordo.

Fonte: Marina Militare

(nella foto: reparti da sbarco della regia Marina in Libia)