Nel quadro delle operazioni per lo sfondamento della "Winter Line" il 1° Raggruppamento venne inserito nello schieramento della 36^ divisione statunitense di fanteria.
Concentrato nell'area dell'abitato di Mignano, il raggruppamento ricevette gli ordini per la conquista di Monte Lungo.
Il piano elaborato dal comando della 36^ divisione "Texas" prevedeva un assalto simultaneo, da sinistra verso destra ai monti Maggiore, a cura del 142° reggimento di fanteria statunitense, a Monte Lungo, a cura del 1° Raggruppamento, a S.Pietro infine ed al Monte Sammucro a cura del 143° reggimento fanteria statunitense ed a Quota 950, a destra del Sammucro a cura di un battaglione Ranger anchesso statunitense.
La sera del 7 dicembre i nostri soldati raggiunsero, in autocolonna, il bivio di Presenzano e, di qui, proseguirono a piedi per le basi di partenza.
Il mattino dopo, sul campo di battaglia gravava una densa nebbia e appoggiati da un breve tiro di preparazione, coperti prima dall'oscurità e poi dalla nebbia, fanti e bersaglieri superarono di slancio le prime difese nemiche puntando risolutamente sulla quota principale di Monte Lungo.
Nel frattempo però le operazioni per i reggimenti statunitensi non andavano assolutamente bene.
L'azione dei fanti della 36^ "Texas" erano fortemente contrastate sul Monte Maggiore, a destra del Monte Lungo ed a sinistra di questo, sugli accessi per San Pietro Infine, mentre sia il Monte Sammucro che la quota 950, dopo un iniziale successo, erano state rioccupate da un contrattacco tedesco, facendo mancare al saliente centrale costituito dai nostri, ogni copertura sui fianchi.
Tale mancanza di copertura sarà pagata a caro prezzo. Quando la nebbia si sarà sollevata, i bersaglieri del LI battaglione, posti a sinistra del dispositivo d'attacco saranno colti d'infilata dal fuoco tedesco predisposto dai fianchi di Monte Maggiore verso il Monte Lungo.
Giunti di slancio in cima al Monte Lungo, percorrendo la via di massima pendenza, bersagliati dal fuoco che colpisce sui fianchi, i fanti del 67° reggimento riescono a colpi bombe a mano ad occupare la quota principale di Monte Lungo.
Prima però che riescano a sistemarsi a difesa un contrattacco tedesco ricaccia indietro i nostri che sono costretti a ripiegare. Il primo attacco a Monte Lungo, dunque, non era riuscito.
Nei giorni successivi vennero diramati gli ordini per la reiterazione dell'attacco.
L'operazione, nonostante l'organizzazione minuziosa che prevedeva la caduta degli obiettivi da destra verso sinistra, Q. 950, il Sammucro, San Pietro Infine e quindi il Monte Lungo, andò, a causa della resistenza tedesca, esattamente al contrario.
L'occupazione di Monte Maggiore e di Monte Lungo, minacciando di tagliare le vie di collegamento del nemico, scardinò definitivamente lo schieramento tedesco che resisteva, senza dare il minimo segno di cedimento, alla pressione alleata nel settore di San Pietro Infine.
Alle ore 9,15 del 16 dicembre fanti e bersaglieri italiani, preceduti da 45 minuti di preparazione della nostra artiglieria, ripartirono all'attacco del monte, questa volta con le spalle coperte dal 142° reggimento statunitense che aveva occupato il Monte Maggiore. Il nemico, minacciato di fronte e di fianco, fu costretto al ripiegamento: alle ore 12,30 la vetta era definitivamente in mano italiana.
La nostra Bandiera e quella americana sventolarono, per la prima volta unite, sulla cima del monte conquistato, a conclusione di cruenti combattimenti che costarono 79 morti e 89 feriti.
Fonte: Esercito