Domenica - Al sambuco di 15 t di dislocamento, acquistato lo scorso maggio ad Hodeida per servizio coloniale in Mar Rosso è dato il nome Gazzella. A questo ne seguirono altri, di dislocamento varabile fra le 15 e le 90 t, costruiti su ordinazione o catturati a contrabbandieri e pirati, e normalmente dislocati a Massaua e poi, con l’estensione del protettorato italiano alle coste settentrionali della Migiurtinia, a Bender Ziada.

Di scarsa pescagione (da m 0,7 a m 2,2), robusti e manovrieri, erano armati con uno o due cannoncini da 25 o 37 mm o con una combinazione di entrambi.

Dall’istituzione del servizio nel 1902, inizialmente su quattro unità (Antilope, CervoGazzellaZebra), riunite in squadriglie al comando di un tenente di vascello, ciascun sambuco era normalmente al comando di un capo timoniere di 1a classe coadiuvato da un sottocapo e da due, tre cannonieri bianchi, mentre il resto dell’equipaggio era costituito da indigeni aventi per graduato un nakuda (padrone). In tutto, l’equipaggio di queste unità sui generis della Regia Marina variava (a parte i 10 uomini del primo Gazzella) dalle 18 alle 28 persone.

I sambuchi furono utilizzati con successo sino al 1914 svolgendo sempre un proficuo e prezioso servizio di sorveglianza e vigilanza. [Il sambuco o dhow (dall’arabo daw), piccola tartana, è una tradizionale imbarcazione a vela araba con uno o due alberi a vele latine. E’ tipica delle coste della penisola araba, dell’India e dei popoli swahili dell’Africa orientale]

Fonte: Marina Militare