14/05/2014 - Stime e numeri sull'attività svolta dal corpo forestale dello stato per l’inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio, questo l'argomento della conferenza stampa che si è tenuta ieri a Palazzo Rospigliosi.
Alla conferenza sono intervenuti Cesare Patrone (nella foto), capo del corpo forestale dello stato, Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, Elisabetta Lupotto, direttore dipartimento agronomia, foreste e territorio del CRA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura), Nazario Palmieri, moderatore dell’evento e capo del servizio politica forestale, ambientale e territorio della forestale, Enrico Pompei, primo dirigente del corpo forestale dello stato, Patrizia Gasparini e Lucio Di Cosmo del CRA-MPF, Angelo Mariano e Nicolò Giordano, funzionari del corpo forestale dello stato.
Durante l'incontro è stata presentata la “Carta Forestale del Regno d’Italia del 1936” in formato vettoriale, in collaborazione con il CFS – ufficio Monitoraggio ambientale e il CRA – MPF a supporto dell’attività tecnico-scientifica e di sviluppo nel settore del monitoraggio delle risorse forestali.
La Carta Forestale del Regno d’Italia fu il primo progetto di cartografia forestale applicato su tutto il territorio nazionale. Il rilievo cartografico delle foreste italiane, ultimato nel 1936, venne affidato alla milizia forestale che operava attraverso rilevamenti di campagna condotti con metodi speditivi.
È stato presentato inoltre il volume “Il contenuto di carbonio delle foreste italiane – INFC 2005”, realizzato dal corpo forestale dello stato e dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA-MPF).
Il dott. Nazario Palmieri, in apertura, ha evidenziato l'importanza dei boschi italiani, in continua crescita, in 15 anni sono aumentati di 600.000 ettari e proprio per questo motivo "bisogna incentivare questa diffusa consapevolezza, affinché la società, la comunità, possa poi tradurla in azioni propositive per la tutela di questo patrimonio".
L'importanza dei boschi e delle foreste
Ma perché sono importanti i boschi e le foreste? Lo spiega il dott. Enrico Pompei: "Le foreste rappresentano più di un terzo della superficie nazionale, e i benefici che danno alla comunità sono importanti, come la salvaguardia della biodiversità, la regimazione delle acque, la produzione di ossigeno e di legname. Altro aspetto fondamentale è l'assorbimento di carbonio, e quindi la mitigazione dei cambiamenti climatici. Da questo punto di vista le foreste italiane hanno consentito all'Italia di raggiungere un ottimo risultato per quanto riguarda gli impegni relativi al protocollo di Kyoto (trattato internazionale ambientale, entrato in vigore dal 2005, a cui hanno aderito più di 180 paesi, ndr) e, questa continua crescita dei nostri boschi, ci fa ben sperare da questo punto di vista. L'impegno che deve essere preso è quello di una gestione ben corretta, a protezione di questi nuovi boschi. Basta ricordare - continua il dott. Pompei - che siamo passati negli ultimi 10 anni da 10 milioni e mezzo a 11 milioni di ettari, e questi boschi hanno bisogno di essere gestiti, di essere coltivati, e di avere una gestione forestale sostenibile attiva".
L'impatto degli incendi sulle foreste
Ma qual è l'impatto negativo degli incendi sulle foreste, in che modo viene intaccato il bilancio del carbonio? Lo spiega il dott. Luciano Sammarone del corpo forestale dello stato: "Gli incendi distruggono le foreste. Da un punto di vista paesaggistico alterano anche in maniera determinante e prolungata il paesaggio, hanno un effetto negativo sull'ecosistema e sul suolo perché accelerano in molti casi il rilevamento della parte superficiale, quindi si azzerano migliaia di anni di trasformazione. Per quanto riguarda il bilancio del carbonio si ha un rilascio immediato dell'anidride carbonica, che viene immagazzinata all'interno del legno e va direttamente nell'atmosfera, e questo è un elemento estremamente negativo".
Conclusioni
Le foreste, i boschi sono importanti per lo sviluppo economico e sociale della nazione, e proprio a tal proposito il capo del corpo forestale dello stato sostiene che "c'è bisogno di una struttura di tutela ambientale, agricola, alimentare, che rappresenta un mondo fondamentale della nostra collettività, perché per poter operare bisogna essere culturalmente attrezzati, c'è bisogno di un corpo di tutela, per questo ritengo - prosegue poi Patrone - che c'è bisogno di un corpo di tutela ambientale, agricolo, alimentare, ancora più forte".
Monica Palermo