01/04/2015 - Con i delegati Vito Alò ed Antonio Colombo del CoCeR Marina facciamo il punto della situazione sul “libro bianco” della Difesa e sull'operazione Mare Sicuro che sta per essere avviata dal governo; ascoltiamo tramite loro il punto di vista del personale della Marina Militare.
Antonio Colombo è un capitano di fregata della Marina Militare - Comandante Colombo, per il ruolo che ricopre in seno al CoCeR non può trattare tematiche operative, ma ci interessa conoscere il suo parere sul “libro bianco” voluto dal ministro Pinotti ed il suo punto di vista sui risultati raggiunti.
L’idea del “libro bianco” non è nuova, ma è comunque apprezzabile. Ma sono molto preoccupato dalla mancanza di coinvolgimenti con i principali attori della Difesa, i militari.
Il ministro ha voluto far sentire e recepire le opinioni di tutti, anche di associazioni civili no-profit., ma non ha ascoltato né gli uomini né tantomeno, cosa molto più grave dal punto di vista politico, le rappresentanze costituite dalla Legge italiana proprio per dare voce ai militari.
Intende dire che non siete stati ascoltati?
Esatto. Nessun invito, nessuna richiesta di parere, nonostante ufficialmente i CoCeR (Consigli Centrali di Rappresentanza, ndr) delle tre Forza Armate lo avessero chiesto lo scorso mese di gennaio e sinceramente non mi so spiegare il motivo.
Ha qualche opinione particolare da esporre, utile per le finalità del “libro bianco”?
Certamente. Ma prima di tutto devo dire questa vicenda mi convince sempre più che è necessario che anche al personale militare siano estesi i diritti sindacali. In un caso come questo il governo si sarebbe sentito in obbligo di rispettare le forme istituzionali.
Vito Alò è un 2° capo (sergente maggiore) della Marina Militare - Visto dalla sua posizione e dalla sua minor anzianità di servizio, quali sarebbero gli argomenti che interessano il personale?
Prima di tutto mi piacerebbe capire se la politica consideri il personale centrale al progetto di Difesa e come intende valorizzarlo. Questo concetto manca da molti anni. Ormai ogni attività viene svolta grazie al personale a cui viene chiesto ogni genere di capacità: da quella operativa a quella organizzativa, finanche di svolgere le pulizie, ma senza un vero progetto di valorizzazione. Questo sta portando una demotivazione generalizzata tra il personale di tutti i gradi.
Il Paese non è pronto a migliorare la retribuzione dei militari, non crede?
Ma io non sto richiedendo aumenti stipendiali, bensì l’uso di mezzi economici che consentano di aumentare i reclutamenti in numero adeguato, di dare certezza del pagamento delle indennità che scattano allo svolgimento di certe attività (compensi forfettari, straordinari ecc), di prevedere una maggiore professionalità con aggiornamenti mirati necessari per le crescenti esigenze di supporto alle attività operative, come ad esempio digitalizzazione della logistica e dell’organizzazione interna.
L’operazione Mare Sicuro sarà l’ennesimo banco di prova per la vostra forza armata.
Non credo che la Marina Militare abbia necessità di un ennesimo banco di prova. Il personale che rappresento ha dimostrato in ogni frangente, specie in questi ultimi vent'anni la grande professionalità e la capacità di adattarsi alle diverse necessità di impiego.
Dell’operazione Mare Sicuro, da delegato, posso solo parlare degli effetti economici sul personale e sulla possibilità che al termine i nostri colleghi siano messi in condizione di recuperare le energie perdute.
Il Governo dovrebbe garantire la copertura delle retribuzioni accessorie al personale, evitando le difficoltà e le lentezze avvenute per l’operazione Mare Nostrum.
L’altro aspetto - conclude il delegato Colombo - è invece connesso alla diminuzione dei reclutamenti.
Perché mi parla di reclutamenti?
Il problema è chi sostituisce il personale che, dopo le attività, necessita di periodi di riposo e a chi si rivolgerà in futuro la Forza Armata per tali attività.
Stiamo invecchiando. Troppi cinquantenni, compreso il sottoscritto, pochi trentenni, pochissimi ventenni.
Chi farà il lavoro più stancante nei prossimi anni? - interviene Vito Alò - Chi può fare quotidianamente lavori che richiedono forza fisica e concentrazione particolari? E’ vero che lo stile di vita è molto migliore di vent’anni fa, ma i giovani hanno forza fisica, motivazione e capacità di adattamento eccellenti. I servizi di caserma ora li fanno solo i quarantenni… tanti cinquantenni sono ancora a bordo. E’ prioritario riprendere i reclutamenti; occorre dare forza giovane alla Marina Militare. Il governo deve agevolare le uscite per aumentare gli ingressi mantenendo inalterato l’obiettivo del 150.000 militari del 2024 fissato con la Legge 244 del 2012.
Il libro bianco tratta tale argomento?
Non mi pare, il libro bianco delinea modello di difesa diverso dall'attuale. Il problema potrebbe essere quello di armonizzare i provvedimenti tra loro.
Intanto però una soluzione a questi problemi il governo la può dare con la modifica e l’equilibrio di reclutamenti e congedi con lo strumento di riordino del modello militare che può essere corretto entro la fine dell’anno. Parlo - dice Colombo - della modifica ai D.Lgs. 7 e 8 del 2014 che attuavano proprio la Legge 244/12.
Siamo invece preoccupati sul modello professionale che tratteggia, allo stato attuale, il libro bianco - afferma Alò - tra le righe si legge che il personale potrebbe essere reclutato sempre a tempo determinato e non sono certo che il nostro Paese sia in grado di sopportarlo.
Alò cosa chiede al governo?
Che coinvolga ed ascolti il CoCeR illustrando il libro bianco e le prospettive che innesca. Che sia tenuto sempre presente che al centro del nuovo modello ci debbono essere gli uomini e le donne in divisa ed il servizio di Difesa che le FFAA devono assicurare al Paese.
Andrea Cucco