(Racconto di vita militare: memorie di un ex ufficiale di complemento)

Ricordo il mio primo servizio da ufficiale di picchetto.

Avevo vent'anni. Sigh!

Ricordo che quando montai, in una frazione di secondo, dovevo essere a conoscenza, oltre delle quisquilie ordinarie, di un paio di manualoni con le consegne ed i piani per qualsiasi evenienza: dall'incendio della caserma all'invasione di un esercito straniero.

Dopo aver tentato di leggere i piani riportati nei “tomi”, decisi che era meglio confidare che sarebbe andato tutto liscio per le 23 ore e mezza successive. Se fossimo stati invasi mi avrebbero probabilmente catturato a pagina 20.

 

Ricordo la mia prima ispezione notturna alla guardia che controllava il perimetro della caserma.

Ammonivo il caporale d'ispezione sulla necessità di non far rumore e poi facevo una vergognosa parte pestando vetri rotti e materiale vario lungo il percorso. Ma che diavolo..., avevo fatto il corso a Cesano, io!

La notte in una caserma si può  sentir rotolare un granello di sabbia. Che figura!

 

Ricordo l'ispezione alla riservetta delle munizioni: la luce esterna non funzionava!

Tornato al posto di guardia lo annoto sul registro perché il giorno seguente venga effettuata la necessaria manutenzione.

Poi, a mezzanotte, torna in caserma un collega anziano e mi spiega che l'interruttore non è quello in bella vista ma è nascosto.

Infatti con quello la luce si accende.

Ma ho oramai annotato a penna un guasto. Correggere comporta lasciare una “pecionata” sul registro.

Sono italiano. A notte fonda torno alla riservetta. E spengo la luce.