09/06/2014 - Sabato 24 maggio 2014, si è tenuta nella città di Salerno, la IV rimpatriata dei commilitoni del disciolto 89° battaglione fanteria “Salerno”, che ebbe come ultima dislocazione l’ex caserma gen. Antonino Cascino, oggi caserma D’Avossa e sede del reggimento cavalleggeri Guide (19°).

L’evento, sempre organizzato con il prezioso supporto dell’Associazione Nazionale del Fante – quest’anno ad opera della sez. Roma Capitale - è stato reso possibile appoggiandosi al gruppo di Facebook “Quelli che hanno fatto il militare a Salerno”.

Abbiamo voluto ritrovarci anche questa volta, per celebrare il “XXXII anniversario della c.d. Strage di Salerno”, nella quale un gruppo terroristico delle brigate rosse, assassinò due agenti della polizia di stato ed il caporale Antonio Palumbo (Tuglie, LE), militare di leva del 89° battaglione (a scorta di un convoglio assalito) e quindi insignito di medaglia d’argento “alla memoria”.

Proprio il 24 Maggio, festa della fanteria, con una quarantina di amici che hanno prestato servizio alla Cascino negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, siamo stati accolti al corpo di guardia della D’Avossa, dal primo maresciallo luogotenente De Rosa, oggi addetto di branca nel reggimento Guide, e già in forza all’89°. A seguire, siamo stati gentilmente ricevuti dal colonnello Diodato Abagnara, comandante delle Guide, che, insieme al colonnello Mario Carusi Abbamonte, capo del centro documentale di Salerno e al tenente colonnello Carlo De Martino (anch’egli appartenuto all’89°), ci hanno offerto il caffè allo spaccio.

Dopo questo gradito ristoro (alcuni di noi provenivano da molto lontano...), “azzardando un passo di marcia……”, ci siamo recati in piazza d’armi - d’avanti il vecchio (e a noi ben noto!!!) carro armato M4 Sherman, rimasto a Salerno dopo lo sbarco delle truppe americane nella c.d. operazione Avalance del settembre 1943 - e lì abbiamo osservato la guardia schierata con le sciabole sguainate e pronta per l’alzabandiera. Tale vista ha provocato in noi, la prima delle due ravvicinate scariche di adrenalina; la seconda è arrivata quando il comandante ha dato a tutti l’attenti ed ha ordinato appunto l’alzabandiera, sulle note dell’inno di Mameli, cantato con estremo trasporto.

Al termine, raggiunta la cappella di Caserma, il commilitone don Daniele Peron, ora parroco della comunità in Santa Cecilia di Eboli, ha celebrato l'Eucaristia, producendosi (con il carisma che lo contraddistingue) in un’omelia che ha suscitato in noi commozione, e poi abbiamo visitato la mostra statica dei mezzi (stupendi capolavori di ingegneria militare quali l’autoblindo B1 Centauro, il veicolo trasporto truppe Puma, il glorioso Lince ed il “redivivo” Land Rover Defender 90), messi gentilmente a disposizione dal comandante, nonché assistito alla presentazione di un interessante libro sulla “storia della Cavalleria dell’Esercito Italiano”, scritto dallo storico Raffaele Cuomo.

Verso le undici e trenta, tutti ci siamo recati nella vicina piazza Vittime del Terrorismo, dove è eretto il monumento che ricorda il vile agguato terroristico dell’agosto del 1982. Due di noi hanno portato una corona di alloro con un drappo tricolore, recante la scritta “Gli Amici dell’89° Fanteria” che, sulle note della Canzone del Piave, abbiamo deposto come omaggio ai caduti della strage. Il particolare momento, è stato quindi coronato dalla tromba del silenzio d’ordinanza e dalle note dell’inno dell’89° battaglione, da noi tutti cantato.

Dopo il rustico (e quanti ricordi son venuti alla mente!!!), ma quanto mai gustato rancio in mensa unificata della D’Avossa, ci siam congedati a malincuore dai nostri amici in uniforme e dal gen. Alfredo Visciani (nostro capitano di compagnia nell’89°…) e l’assise si è sciolta alla spicciolata, con il rientro a casa.

Pervasi dalla grande emozione che anche quest’anno abbiamo condiviso, già presagiamo che non mancherà la Rimpatriata 2015!!!

C.m. Vincenzo Bux
Serg.(ris.) Carlo Malinverni