09/07/2015 - Carissimo Direttore, già in passato ho letto sul suo web magazine qualcosa sul tema della riorganizzazione della Guardia Costiera, ora però a seguito del recente dibattito politico-mediatico sento la necessità di segnalarle quasi integralmente l'articolo scritto da Gianandrea Gaiani, un collega e direttore della testata online Analisi Difesa.

Il pezzo è sulla notizia, battuta mercoledì 8 luglio dalle agenzie, riguardo gli emendamenti dell'onorevole Ernesto Carbone alla Legge delega sulla riorganizzazione della PA (legge Madia) nel quale appunto si proponeva il rientro totale (di tutte le funzioni) soprattutto di quella di Guardia Costiera all'interno della Marina Militare e quindi la conseguente soppressione della funzione e ruolo del Comandante Generale della Guardia Costiera che tornerebbe ad essere il Capo del Corpo delle Capitanerie di Porto (un corpo appartenente già alla Marina Militare).

Questa notizia ha scatenato l'ira dei membri pentastellati delle Commisioni Difesa; Affari Costituzionali e Trasporti, con il risultato, sembrerebbe, che tali emendamenti siano stati ritirati nottetempo. Ah, il potere delle lobbie che si stringono agli insubordinati guardiacoste. Sogni di gloria e di potere. Sì il potere, quello peggiore, dato dalla burocrazia che è in grado di bloccare qualsiasi progresso qui in terra italica. Sembrerebbe! Uso il condizionale perché qui è difficile avere conferme. Ieri però nelle agenzie di stampa qualche collega si lasciava andare a considerazioni del tipo: “in occasione del prossimo 150° anniversario della costituzione del Corpo delle Capitanerie di porto speriamo sia un giorno di festa e non di lutto”.

La cosa rasenta il ridicolo se ci pensate. Come dice bene Gaiani questo provvedimento, qualora lo si attuasse porterebbe solo a dei risparmi, nessuno dei guardiacoste attualmente presenti in Italia, tra l’altro già marinai con le stellette, cioè militari, verrebbe mandato a casa. Quindi non si parla di riduzione di organici ma solo di sanare delle incomprensibili, queste sì, doppie dipendenze di figure come quelle del Comandante Generale e Ammiraglio Ispettore del Corpo delle Capitanerie di Porto che nella sua veste di militare dipende dal Vertice della Marina Militare ma dialoga, indipendentemente da Questo, con il Ministro dei Trasporti. Non è questa una incomprensibile dicotomia.

Riordinare, rendendo più snello tutto l’apparato, non significa militarizzare come viene paventato dai pentastellati, ma solo riorganizzare in termini di efficienza, rendendo tutto più agile, snello e riducendo i centri di spesa. Allora la domanda che molti si pongono, compreso chi scrive, perché tanta riluttanza al miglioramento? Perché una difesa così spudoratamente di parte in difesa dello status quo rasentando il ridicolo, perché le informazioni che si danno sono viziate da tanta incompetenza e ignoranza? Eppure i pentastellati ci avevano abituato ad un atteggiamento onesto e studioso delle problematiche, completamente fuori dalle logiche lobbistiche che in questi casi si scatenano. Ancora una volta risulta quanto mai attuale l’adagio andreottiano che recita “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”.

I cittadini sono stufi di vedere certi giochi di palazzo e l’opposizione ad ogni costo al nuovo che avanza, ad un modo di pensare snello ed efficiente, ma soprattutto i cittadini italiani sono stufi di salvaguardare certe rendite di posizione acquisite o privilegi acquisiti in passato che non sono più sostenibili oggi. I privilegi di un tempo dovrebbero essere finiti e non possono essere fatti passare come un servizio essenziale per il popolo (servizio che tra l’altro non si interromperebbe ma ci costerebbe meno) anche se a difenderli scendono in campo tutte le Stelle del firmamento. In questo caso sono solo 5 le Stelle anche se rumorose.

Julian Hamilton

 

(dall’articolo di Gaiani) Dopo almeno 40 anni di dibattiti sulla necessità di riordinare e ridurre la presenza di Corpi dello Stato che hanno competenze in mare finalmente il governo Renzi sembra determinato a passare ai fatti con un paio di emendamenti al ddl di Riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Madia.

L’esecutivo intende porre la Capitaneria di Porto- Guardia Costiera alle dipendenze dirette della Marina Militare, di cui costituisce da sempre un Corpo specialistico, e sciogliere il Corpo delle Guardie Forestali assegnando reparti, mezzi, personale e competenze a Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco. Il vertice della Marina assumerà i compiti oggi ricoperti dal Comando Generale della Guardia Costiera inclusi i rapporti funzionali con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Decisioni che dovrebbero consentire forti risparmi eliminando pesanti strutture di comando e controllo ma senza ridurre la presenza di forze e i servizi offerti.

Per questo la sfuriata del M5S in difesa dell’autonomia delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera lascia perplessi soprattutto tenendo conto che il movimento di Grillo ha chiesto e ottenuto voti criticando gli sprechi nella spesa pubblica. (omissis)...

...Affermazioni sconcertanti per un movimento che vorrebbe essere “nuovo” e invece rispolvera luoghi comuni del vecchio pacifismo di sinistra con tanto di slogan da allarme sociale circa la “militarizzazione del Paese” e l’accostamento immancabile con gli F-35 ma soprattutto perché la riforma non modificherà i compiti degli 11 mila uomini e donne delle Capitanerie che peraltro sono già militari a tutti gli effetti.

Qualcuno spieghi ai deputati grillini che marinai di Marina e di Guardia Costiera studiano nelle stesse scuole a partire dall’accademia e frequentano gli stessi corsi. La dipendenza diretta dalla Marina permetterà di dimezzare i centri di spesa dalla gestione del personale alla logistica alle manutenzioni di mezzi, imbarcazioni e velivoli liberando risorse e personale per i compiti operativi.

Senza contare che la componente d’altura e quella aerea della Guardia Costiera potranno venire meglio integrate con quelle della Marina.

Meglio spiegare agli onorevoli del M5S anche che la dipendenza dalla Marina non comporterà l’impiego di Fucilieri del San Marco (“i soldati armati fino alla testa”) per pattugliare le spiagge o di fregate lanciamissili e cacciatorpediniere per il controllo dei natanti da diporto.

Integrare le Capitanerie/Guardia Costiera con la Marina risulta inoltre quanto mai utile oggi che la minaccia proveniente dalla Libia in termini di flussi migratori illeciti vede la Marina operare in prima linea di fronte alle acque di casa e cooperare strettamente con la Guardia Costiera.

Che senso avrebbe, in termini operativi e finanziari, mantenere comandi generali e territoriali separati ma comunque costretti a dialogare e cooperare strettamente?

(foto: Guardia Costiera)