18/09/2014 - Erano i giorni della 7ma battaglia dell'Isonzo, le ore in cui il maresciallo Cadorna inaugurava la tattica delle "energiche spallate" per forzare il blocco nemico sulle terribili pietraie del Carso amaramente e poeticamente raccontate da Ungaretti. In quei luoghi, tra quei guerrieri, ancorato tra le pieghe della storia il reggimento Genova Cavalleria ed i suoi eroici dragoni.

Il reparto a cavallo, in quei concitati giorni del 1916, appiedato ed inserito nella brigata Cremona, assolveva i medesimi compiti della fanteria nell'ambito di un dual-role ante litteram.

Eppure dovevano essere particolarmente valorosi e capaci quei soldati a cavallo, tanto valorosi che il comandante della Cremona decise di impiegarli al centro del dispositivo di brigata affinché conducessero una manovra lineare basata sull'urto e la massa.

C'era da conquistare l'osservatorio austro-ungarico di quota 144, c'era da impedire il fuoco delle artiglierie avversarie, l'obiettivo non poteva in alcun modo fallire.

Gli atti eroici dei singoli e dell'intera unità ebbero come premio il successo e la medaglia d'argento al valor militare allo Standardo, Genova aveva assolto il proprio compito.

Oggi come allora il 4° reggimento Genova Cavalleria adempie con disciplina ed onore ai propri doveri istituzionali in un contesto certamente diverso rispetto a 98 anni or sono, con un mondo che è radicalmente cambiato, tuttavia ciò che resta intatto ed immutabile è lo spirito dei dragoni, il loro bagaglio di valori, l'indiscusso attaccamento al tricolore.

Nella continuità di tali certezze, la giornata del 16 di settembre ha visto, come ogni anno, una rappresentanza di Genova Cavalleria portarsi sui luoghi della storica battaglia per celebrare ed onorare quei fratelli in armi che,quasi un secolo or sono, dettero la vita per la propria Patria, quei giovani che senza mai chiedere tutto offrirono di se per il pieno compimento dell'unità nazionale.

Andrea Pastore