26/10/2014 - “Per celebrare degnamente il 60° anniversario di quel 26 ottobre del 1954, in cui l'8° reggimento dei bersaglieri fu il primo reparto italiano ad entrare a Trieste che, finalmente ricongiunta all'Italia, vide terminare il lungo e difficile periodo in cui aveva vissuto contesa, dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale”.

Con questa motivazione, il sindaco Roberto Cosolini ha conferito questa mattina (domenica 26 ottobre) la cittadinanza onoraria della città all'8° reggimento bersaglieri, consegnando nella mani del colonnello Domenico Ciotti la pergamena, la medaglia e la bandiera di Trieste. La cerimonia si è svolta nel corso di una seduta straordinaria del consiglio comunale, presenti autorità locali, tra gli altri il commissario di governo Francesca Adelaide Garufi, l'assessore regionale Francesco Peroni e la presidente della provincia Maria Teresa Bassa Poropat, nonché la giunta comunale, e ancora autorità militari e rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'arma.

Aperta dal vicepresidente del consiglio comunale Alessandro Carmi, che ha richiamato alla memoria una storica pagina de “Il Piccolo”, che “suggello quel momento con l'indimenticabile titolo “L'Italia in ogni cuore nel giorno del grande ritorno”', la cerimonia ha visto l'intervento celebrativo del sindaco Roberto Cosolini, che ha ripercorso le vicende storiche di un evento che allora la stragrande maggioranza dei nostri concittadini salutò con espressioni di autentica gioia, a conclusione del periodo più incentro e travagliato della nostra città. 

​Ricordando ancora la forte attesa, che costò molti sacrifici, anche nei fatti del '53, il sindaco ha poi brevemente ma efficacemente sottolineato come “Trieste non fu lasciata sola ad affrontare le nuove sfide globali della guerra fredda”. 

​“Oggi - ha detto il sindaco Cosolini - siamo più liberi, di non doverci dividere in identità contrapposte. Siamo liberi di sentirci italiani e cittadini d'Europa e di questa parte d'Europa, patrioti e aperti all'incontro di culture e diversità, essere orgogliosi di storia e cultura italiane e aperti all'incontro e al contributo di altre storie e culture, guardare all'Europa e al Mondo e contemporaneamente essere risorsa per l'Italia”. “Anche qui - ha proseguito - c'è una nuova responsabilità: quella di una città che vuole dare all'Italia, non solo e non tanto perdersi a discutere se ha ricevuto abbastanza. Quando la presento all'estero la definisco spesso la più europea delle città italiane: lo è, ma forse è qualcosa di più, e lo dobbiamo alle tracce e all'eredità di una storia grande e complessa, ma anche a ciò che ci hanno lasciato i momenti più difficili che abbiamo dovuto attraversare. Tutto ciò ci rende una grande città, anche se spesso ce ne manca la consapevolezza, intrisi come siamo di nostalgismo o di vittimismo, e la responsabilità”.

​“Mentre oggi festeggiamo questo 60°, mentre ci stringiamo con un segno di affetto al reggimento che per primo entrò a Trieste segnando la fine di una lunga contesa, pensiamo anche a ciò che siamo oggi -ha concluso il sindaco - e a ciò che possiamo fare in questo momento difficile per la nostra comunità, per i nostri figli, per il loro domani e a ciò che Trieste può e deve fare per l'Italia”.

​E' un grande onore per 8° reggimento bersaglieri ricevere la cittadinanza onoraria di Trieste - ha detto il colonnello Domenico Ciotti- che, ricordando ancora “il fraterno abbraccio di 60 anni”, ha volto il suo pensiero a tutti quei caduti, che “vivono oggi un momento di grande fierezza”. “Questo - ha concluso - è un esempio di civiltà che non mancheremo mai di testimoniare”.

Fonte: Stato Maggiore Esercito