26/04/2014 - E' stata una lunga giornata ieri, giovedì 25 aprile, per Vicenza e i suoi cittadini.
Dopo mesi di preparativi, si sono difatti svolte le complesse operazioni di disinnesco del potente ordigno bellico da 4000 libbre – oltre 1800 kg – risalente alla seconda guerra mondiale e rinvenuto lo scorso ottobre nei terreni dell'ex aeroporto Dal Molin di Vicenza, insieme ad altri 133 ordigni esplosivi di minor calibro.
Una giornata, che ha anche visto la partecipazione del capo nazionale della protezione civile Gabrielli, cominciata di mattina presto e conclusasi solamente alle 16.06 quando il Sindaco di Vicenza e commissario straordinario per l'emergenza Variati ha annunciato la riapertura della zona rossa.
L'ordigno
La bomba d'aereo inglese, ribattezzata 'Old lady' – vecchia signora – dagli uomini del 2° reggimento genio guastatori della brigata alpina Julia, era del tipo Block Buster MK2 con tre spolette frontali e un raggio d'azione di oltre 2 km. Uno dei modelli di ordigno più potenti del secondo conflitto mondiale (block buster significa appunto "demolitore di quartieri"), venne sganciata il 17 Novembre 1944 da un bombardiere inglese e dopo 70 anni era ancora armata.
Come hanno poi affermato gli uomini del genio, lo spinotto di uno dei detonatori era a meno di un millimetro dalla battuta. Vicenza può ritenersi fortunata.
L'operazione
Dal suo ritrovamento, è cominciata una fase che è durata 6 mesi per la pianificazione dell'evacuazione dei 27mila cittadini residenti nel raggio d'azione dell'ordigno, gestita dalla protezione civile e dal comune di Vicenza. Per la messa in sicurezza della "vecchia signora" dormiente, operazione coordinata dal Comando Forze di Difesa Interregionale Nord ed eseguita dagli uomini del 2° reggimento genio guastatori, è stata costruita un'imponente struttura contenitiva di Hesco bastion (contenitore fatto con tondini metallici, ndr) riempiti con 5000 metri cubi di terra.
Le operazioni di disinnesco, coordinate dal capitano Salvatore Toscano – ufficiale con una elevata preparazione nel settore della disattivazione di ordigni esplosivi – e condotte dal sergente Loiodice e dal 1° maresciallo Careddu, sono cominciate intorno alle 10.05 quando le forze dell'ordine e la protezione civile hanno dichiarato sgombera l'area interdetta.
Nella prima fase del disinnesco, i due guastatori Loiodice e Careddu, sono andati a liberare la bomba da tutti gli organi meccanici, ovvero spolette, molle e percussori presenti nella parte frontale. Questa è stata la fase più critica poiché – come ci ha detto il portavoce, capitano Appodia – in questi 70 anni nella filettatura dei detonatori e delle spolette si possono formare dei cristalli di esplosivo molto instabili. Quindi lo svitamento di questi organi sensibili deve essere effettuato con estrema cura.
La fase di "despolettamento" è proseguita fino alle 12.50, quando anche l'ultima delle tre spolette ha effettuato il percorso inverso rispetto a quello che aveva compiuto quel giovedì del 1944. E' seguita una fase di parziale svuotamento del materiale esplosivo dalla parte posteriore della bomba, dopodichè è stata caricata su un camion dell'esercito e scortata in una cava ad Orgiano, comune del vicentino, dove si sono concluse le operazioni di smaltimento.
Una complessa operazione che ha avuto un esito più che positivo sia per quanto riguarda la gestione dei cittadini da parte delle autorità civili le quali hanno svolto un egregio lavoro, ma soprattutto per quanto riguarda il lavoro principale che gli artificieri dell'esercito hanno svolto.
Plausi per l'impegno dei guastatori sono giunti da tutte le parti coinvolte e lo stesso prefetto Gabrielli ha dichiarato che è rimasto impressionato dalla serietà e dalla professionalità dei genieri del secondo reggimento.
Come ha confermato il tenente colonnello Gianluca Fasciani del Comando Forze di Difesa Interegionale Nord, gli artificieri del nostro esercito sono tra le espressioni di più alto livello in termini di professionalità e preparazione che la nostra forza armata può vantare.
La struttura del genio militare è una componente all'avanguardia, composta da 11 reggimenti spalmati su ogni brigata del nostro esercito. Presso il centro di eccellenza Counter-IED i guastatori apprendono tecniche di individuazione e disinnesco di tutte quelle tipologie di ordigni non convenzionali che contraddistinguono i moderni teatri operativi.
E' proprio dall'esperienza maturata nelle varie zone di operazione, dal Kosovo all'Afghanistan, dove la figura dell'artificiere è centrale vista la natura non convenzionale di questi teatri, che questi uomini possono poi svolgere un prioritario servizio alla popolazione civile.
Servizi che molto spesso rimangono nell'anonimato e solo in casi eccezionali, come quello di ieri, salgono agli onori della cronaca nazionale.
Difesa Online, insieme ad altri organi di stampa, ha avuto la possibilità ieri di recarsi sul sito della bomba, attraversando - scortati dalla polizia - una Vicenza deserta e surreale.
Sulla bomba, ormai assopita, era stato appoggiato il cappello con la Penna del secondo reggimento: questa immagine, simboleggiante un'operazione riuscita, fa ricordare i cappelli con la penna appoggiati sulle bare dei guastatori caduti negli ultimi anni in Afghanistan. Una contrapposizione totale che esemplifica però il valore del lavoro di questi soldati.
Nicolò Marangoni
(foto dell'autore / SME)
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