20/10/2014 - L'operazione Mare Nostrum lo scorso 18 ottobre ha compiuto una anno e a bordo di nave San Giorgio, unità attualmente sede di comando del comando del 29° Gruppo Navale (CGN29), si è svolta la tradizionale cerimonia dell'ammaina bandiera, con l'equipaggio schierato sul ponte di volo per ricordare questo giorno.
Un anno di intenso lavoro per gli equipaggi delle nostre navi che vede la marina militare cooperare con enti e associazioni in una delle più imponenti missioni umanitarie del dopoguerra. Un impegno che ad oggi ha consentito di raggiungere importanti obiettivi, come aver contribuito a salvare la vita di migliaia di persone.
Il 18 ottobre 2013 il governo italiano, dopo i tragici eventi del 3 e dell'11 ottobre occorsi al largo di Lampedusa, ed anche a causa di uno straordinario incremento del fenomeno migratorio proveniente soprattutto dalle coste nord-africane, ha disposto l'attivazione dell'operazione Mare Nostrum. La marina militare, in stretta sinergia con il comando generale delle capitanerie di porto, la direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere del ministero dell'interno, con il supporto della guardia di finanza, dell'aeronautica militare, della polizia di stato, dei carabinieri, inizia la sorveglianza costante delle acque dello stretto di Sicilia e a sud dell'isola di Lampedusa.
Dopo 365 giorni di attività, condotta 24 ore su 24, i migranti assistiti dai mezzi impegnati nel dispositivo Mare nostrum sono stati oltre 152.000 tra uomini, donne e bambini.
Più di 95.000 i migranti recuperati dalle navi della marina militare; 351 i trafficanti di esseri umani assicurati alla giustizia grazie anche alla cooperazione con le procure interessate; 9 navi maggiori sequestrate. Risultati raggiunti grazie all'utilizzo di 32 navi militari, 2 sommergibili e elicotteri ed aerei che si sono avvicendati dall'inizio dell'operazione con l'impiego di una media di 900 militari al giorno; quasi 60 i trasporti sanitari con elicottero effettuati in emergenza; tredici i boarding su navi sospette da parte dei team di fucilieri della brigata marina San Marco.
A un anno dall'inizio dell'OMN gli sforzi da parte della marina militare, aeronautica militare e di tutte le amministrazioni e corpi armati dello stato coinvolti, non si sono fermati. Nel corso di quest'anno numerose collaborazioni sono nate con lo scopo comune di salvaguardare la vita umana in mare e allo stesso tempo garantire una adeguata cornice di sicurezza sanitaria e controllo dei migranti che giungono sul nostro territorio. In particolare sono da menzionare:
- l'accordo con il ministero della salute che insieme al personale sanitario di bordo ha rafforzato il dispositivo di sorveglianza sanitaria nei confronti di potenziali rischi biologici connessi ai flussi migratori;
- la presenza del personale del dipartimento di pubblica sicurezza – direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere che, coadiuvato da mediatori culturali procede alla preidentificazione di tutti i migranti soccorsi e recuperati a bordo;
- i medici e gli infermieri della fondazione RAVA , del corpo italiano di soccorso dell'ordine di Malta (CISOM), del corpo militare della C.R.I. e delle infermiere volontarie della C.R.I. che contribuiscono all'assistenza medico-sanitaria dei migranti a bordo delle navi della Marina;
- la partecipazione degli operatori dell'organizzazione Save the Children, per il supporto, l'orientamento, l'informazione legale e mediazione culturale per i minori;
i seminari tenuti dall'U.N.H.C.R. (United Nations High Commissioner for Refugees) per la formazione sul diritto dei rifugiati a favore del personale della marina militare impegnato nell'operazione.
Fonte: Marina Militare