19/11/2014 - Dal 9 al 15 novembre 2014, i palombari del reparto pronto impiego del Gruppo Operativo Subacquei hanno partecipato ad una esercitazione svoltasi nelle acque antistanti l'arcipelago di La Maddalena.
Tale attività, che ha coinvolto anche gli operatori appartenenti ai dipendenti Nuclei S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) della Sardegna, ha permesso di condurre un addestramento avanzato all'utilizzo di tutti i sistemi per immersioni ed attrezzature da lavoro attualmente in dotazione ai reparti subacquei.
Grazie all'opera instancabile dei palombari assegnati agli S.D.A.I. (siti a La Spezia, Taranto, Ancona, Augusta, Cagliari, La Maddalena), la marina militare riesce ad assolvere al compito primario di bonificare le migliaia di ordigni bellici inesplosi, che ogni anno vengono ritrovati nei porti e nei litorali del nostro Paese.
Si pensi solo che dal gennaio 2014 ad oggi sono stati resi inoffensivi e distrutti 15 mine subacquee di vario genere, 1 siluro, 730 proiettili di medio calibro (40 ÷ 90 mm), 88 proiettili di grosso calibro (≥ 90 mm), 80 ordigni a caricamento speciale, 26 bombe d'aereo di vario genere, 34 mine anticarro, 248 bombe a mano, 1001 bombe da fucile, 34 mine antiuomo e 49 spolette per un totale di oltre 2.300 ordigni esplosivi, senza contare le decine di migliaia di proiettili di piccolo calibro (12,7 ÷ 40 mm) che sono stati rinvenuti e distrutti.
Altamente specializzati e dotati delle più sofisticate apparecchiature questi uomini sono formati dalla scuola subacquei di Comsubin e, grazie ai numerosi brevetti ed abilitazioni conseguite in Italia ed all'estero, rappresentano la massima espressione della subacquea professionale italiana.
Per tale ragione i palombari di Comsubin sono uno strumento insostituibile per la salvaguardia della pubblica incolumità. Infatti il Gruppo Operativo Subacquei esprime le proprie capacità impiegando i suoi uomini ed apparecchiature su una vasta gamma di attività ed operazioni che spaziano da quelle prettamente militari, al supporto alle attività di ricerca scientifica a favore dell'ENEA o a quelle per conto della protezione civile, in tutti quegli eventi calamitosi che richiedano professionalità per la ricerca, per condurre lavori e fornire soccorso subacqueo.
Fonte: Marina Militare