16/12/2014 - Si rinnova l’impegno della Marina Militare in collaborazione con l’Università di Siena per svolgere l’attività di ricerca di materiale plastico, nell’ambito del progetto “Plastic Buster” per contrastare l’inquinamento marino.

Nave Rimini ha infatti condotto, nei giorni 10 e 11 dicembre, indagini ambientali in alcuni punti individuati dall’Università di Siena (Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente) situati nei pressi dell’Isola di Capraia e di fronte alla foce del fiume Tevere.

La nave ha impiegato veicoli subacquei del tipo ROV (Remotely Operated Vehicle) grazie ai quali ha filmato lo stato del fondale, in condizioni ambientali particolari: alle foci del Tevere infatti la corrente del fiume si mescola alle acque del Tirreno, creando condizioni locali molto impegnative per la condotta dei veicoli.

A Capraia è stato invece il fondale, superiore ai 100 metri, a mettere alla prova le capacità del ROV.

La Marina Militare, grazie alla connotazione duale dei propri mezzi, è da sempre attenta alla tutela dell’ambiente marino ed in particolare alle problematiche connesse alla presenza di addensamenti di plastiche nel mare. Infatti, utilizzando le diverse attrezzature presenti sulle proprie Navi, impegnate già dallo scorso anno in questo progetto, la forza armata fornisce dati ambientali, video e riproduzioni di immagini, contribuendo costantemente ed attivamente al progetto “Plastic Busters”.

Tale progetto, condotto dall’Università di Siena su iniziativa delle Nazioni Unite, si prefigge l’obiettivo di porre in essere tutte le azioni concrete e necessarie a stabilire con certezza la presenza di agglomerati plastici e pianificare, fin da subito a livello internazionale, azioni di mitigazione e riduzione del fenomeno.

Fonte: Marina Militare