14/05/2015 - L'ordigno, classificato come bomba d'aereo italiana della 2^ Guerra Mondiale del peso complessivo di 500 chili, era stato segnalato alle autorità marittime da un subacqueo civile che si era immerso in quella zona lo scorso aprile.

Attivati dalla prefettura di Pesaro-Urbino, i palombari di COMSUBIN sono intervenuti l'11 maggio per condurre le attività subacquee propedeutiche al riconoscimento dell'ordigno esplosivo.

Utilizzando un mini ROV (Remotely Operated Vehicles) dotato di telecamere ne è stata individuata la posizione e, attraverso un immersione condotta con gli autorespiratori utilizzati per l'avvicinamento agli ordigni esplosivi, si è provveduto ad effettuarne il riconoscimento che, in gergo tecnico, viene chiamato EOR (Explosive Ordnance Recognition).

Il giorno successivo, verificato che la bomba d'aereo potesse essere rimossa, gli uomini del GOS hanno provveduto ad imbragarla e spostarla dal sito di rinvenimento attraverso un sistema di sollevamento per bassi fondali realizzato dagli uomini del nucleo SDAI di Ancona.

L'operazione è stata condotta, dal rimorchio a distanza dell'ordigno fino al raggiungimento del punto di brillamento individuato dalla Capitaneria di Porto, secondo i criteri del più basso impatto ambientale possibile.

Alle 10:00 del 12 maggio le linee di comunicazione marittima e la sicurezza dei cittadini di baia Vallugola sono state ristabilite grazie all'ultima immersione dei Palombari di COMSUBIN, la più pericolosa, durante la quale è stata applicata una controcarica al corpo della bomba, permettendone così la sua distruzione.

È importante segnalare il lodevole senso civico di tutti coloro che, imbattendosi in un oggetto riconducibile a un artificio esplosivo, contattano immediatamente le autorità competenti (Capitaneria di Porto e Carabinieri) per richiedere l'intervento del GOS.

Fonte: Marina Militare