Guerra del Fentanyl dietro all'opposizione cinese alla (ri)adesione di Taiwan all'Interpol?

(di Andrea Cucco)
11/12/23

Le ragioni dietro al divieto cinese di reingresso di Taiwan nell'Interpol sono ufficialmente radicate nelle sue rivendicazioni territoriali (Pechino la considera come “parte inalienabile del suo territorio”). La Guerra del Fentanyl potrebbe tuttavia fornire una lente attraverso la quale vedere la situazione in un contesto diverso.

L'Interpol, l'Organizzazione Internazionale di Polizia Criminale (ICPO - Organisation internationale de police criminelle), è stata fondata nel 1923 a Vienna per facilitare la cooperazione internazionale nella lotta contro il crimine. La Repubblica Popolare Cinese ne è diventata membro nel 1984. Questo ha comportato l'esclusione automatica di Taiwan.

L'uscita forzata ha suscitato preoccupazioni riguardo alle lacune nella lotta alla criminalità transnazionale e al terrorismo. Senza l'accesso ai database e alle risorse dell'Interpol, l’isola si trova in una posizione svantaggiata per affrontare efficacemente questi problemi a livello internazionale.

Con accesso senza visto a 145 paesi e territori, i passaporti taiwanesi sono inoltre bersaglio frequente di criminali internazionali. L’esclusione impedisce infatti a Taiwan di accedere a informazioni cruciali attraverso il sistema I-24/7 dell'Interpol e al database dei documenti di viaggio rubati o smarriti, compromettendo la sua capacità di gestire efficacemente la sicurezza alle frontiere e combattere crimini come il terrorismo e la tratta di esseri umani.

Il rifiuto persistente della Cina di permettere a Taiwan di partecipare all'Interpol come osservatore può essere visto sotto una nuova luce, se consideriamo la cosiddetta "Guerra del Fentanyl" in corso tra la Cina e gli Stati Uniti (leggi anche “Fentanyl: l'euforia chimica del Dragone” e “Quando la morte per bussare usa l'oppio”).

Per comprendere pienamente le implicazioni di oggi, è essenziale ricordare il passato. La Guerra dell'Oppio del XIX secolo, in cui il Regno Unito impose il commercio dell'oppio alla Cina, lasciò cicatrici profonde nella psiche collettiva cinese, portando a quello che è stato descritto come il "secolo dell'umiliazione" (nell'immagine la firma del trattato di Nanchino del 1842).

La Cina sta usando il Fentanyl come strumento di "vendetta storica" contro l'Occidente, in particolare gli Stati Uniti. Il potente oppioide sintetico è causa di buona parte dei 150 decessi quotidiani (in media) negli USA.

La Cina è uno dei maggiori produttori di Fentanyl e dei suoi precursori. Una parte significativa di questi narcotici si fa strada illegalmente negli Stati Uniti.

Uno Staterello "ribelle" può davvero impensierire Pechino?

Al di là del fatto che il Paese è la 21a economia al mondo ed il 17° esportatore globale, Taiwan vanta il tasso di criminalità più basso tra i paesi asiatici. Il divieto imposto da Pechino assume dunque un ulteriore significato: ostacolando l’ingresso di Taiwan nell'Interpol, la Cina si assicura di non permettere all'Organizzazione internazionale di avvalersi di un formidabile attore che, con l'accesso a (e la condivisione di) informazioni chiave, potrebbe contrastare od aiutare a combattere risolutamente il mortale traffico di Fentanyl.

Foto: OpenAI / web